di Gianmario Cesana
Gennaio 2005
All'amico che mi ha invitato a scrivere per questo mensile
a proposito di auto e motori ho risposto, dopo qualche esitazione,
che ero disponibile piuttosto a parlare di natura, alberi e frutti,
argomento che mi consente di ripercorrere gli studi Universitari
(terminati parecchi anni fa) e di raccontare le esperienze (seppur
modeste) vissute nel mio giardino/frutteto.
"La goccia di sudore" potrebbe essere il titolo di queste
righe: l'immagine rimanda facilmente al detto "la tera l'è
basa", vale a dire che in campagna prima delle soddisfazioni
servono impegno, curiosità, amore per le piante e tanti
anni di esperienza.
L'intenzione non è solo quella di confrontarmi con chi
si entusiasma nel vedere un fiore diventare un bellissimo e profumatissimo
frutto oppure di dar consigli a provetti giardinieri (non ne sarei
neanche all'altezza): desidero piuttosto avvicinarmi a chi è
neofita in materia o a chi per svariati motivi non apprezza le
bellezze della natura.
Per me parlare di natura non significa fare riferimento a immense
praterie o foreste selvagge, ma piuttosto anzitutto a fenomeni
come la germinazione di un seme o la nascita di un frutto: eventi
silenziosi altrettanto straordinari. In verità tutti i
fenomeni naturali, anche quelli che vediamo tutti i giorni, hanno
qualcosa di bello, e meritano il nostro rispetto, la nostra attenzione,
perché la natura è qualcosa da apprezzare e che
va ostinatamente salvaguardata.
Purtroppo, quando osservo la nostra bella Brianza, trasformata
dall'uomo, dal progresso, dall'edificazione massiccia, dall'industrializzazione
con tutto ciò che essa comporta (polveri sottili, smog..),
mi chiedo come stia la natura, quanto e come lo sviluppo debba
essere eco-sostenibile.
Da un po' di tempo l'ambiente in cui viviamo ci manda dei segnali:
le stagioni sembrano cambiare, le estati sono sempre più
calde e torride, i ghiacciai arretrano, gli effetti dei venti
e tifoni sono sempre più devastanti.
Forse dobbiamo chiederci come il clima sta cambiando e quali ripercussioni
avrà sulla vita dell'uomo e delle piante oppure possiamo
credere a chi dice che tutto questo è statisticamente nella
norma.
Personalmente, questi fenomeni mi preoccupano, mi angosciano e
una domanda sorge spontanea: chi verrà dopo di noi troverà
un mondo vivibile?
Io non so e non posso rispondere.
Posso invece tornare a parlare degli alberi, dei giardini e frutteti
che tanto mi appassionano con la speranza di incontrare tanta
gente che come me aspetta con ansia la primavera per vedere le
gemme schiudersi e i boccioli fiorire.
IL MESE: Gennaio, a causa delle giornate brevi e delle temperature
estremamente basse, è un mese in cui i lavori da effettuare
in campo sono estremamente ridotti. Abbiamo tutto il tempo per
ripulire e sistemare le attrezzature o per progettare l'orto e
le nuove piantagioni nel frutteto.
IL CLIMA: Sinora le temperature sono rimaste al di sopra della
media del periodo nella prima quindicina di dicembre, poi si sono
rapidamente abbassate riportandosi nella norma per la stagione.
Vale la pena ricordare che l'arrivo repentino del freddo può
danneggiare gli alberi. Infatti, le piante temono gli sbalzi termici
più delle temperature molto basse ma raggiunte gradualmente.
Le piogge sul finire dell'anno consentono al terreno di immagazzinare
le riserve idriche, molto utili in primavera alla ripresa vegetativa
delle piante.
GIARDINO: attività limitata all'eliminazione di rami secchi
(es. roseto), oppure alla preparazione delle buche per la piantumazione
nella successiva primavera.
Nessuna attività da fare per il tappeto erboso.
ORTO: Ci si limita ad eliminare e bruciare gli scarti per ridurre
gli attacchi delle malattie fungine o per distruggere le uova
degli afidi che svernano sulle piante.
FRUTTETO: In questo periodo possiamo preparare le buche che accoglieranno
le piante in febbraio-marzo, lavoro che è consigliabile
fare preventivamente per favorire l'arieggiamento del terreno.
Le buche devono essere profonde circa 40-50 cm con un diametro
di circa 50-60 in modo da poter accogliere agevolmente le radici.
Durante l'inverno dobbiamo effettuare i trattamenti per combattere
i patogeni fungini (bolla, corineo, monilia, cancri rameali sono
solo alcuni dei più diffusi). Consiglio di utilizzare la
poltiglia bordolese (la si trova talvolta anche nei centri commerciali)
oppure dei preparati chimici a base di tiram o ziram. I trattamenti
vanno effettuati in giornate senza vento, durante le ore centrali
della giornata, e previa consultazione delle previsioni meteorologiche
(una pioggia dilava le sostanze nebulizzate sulla pianta).
Si raccomanda di effettuare i trattamenti portando maschera, guanti,
e occhiali protettivi.
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