Felicità
... un ultimo omaggio a Giovanni Paolo II
Aprile 2005
Tratto da alcune riflessioni di Antonio Socci
Sì, che si possa vivere perfino l'agonia
non solo con pace, ma addirittura con letizia, come Karol Wojtyla,
è una cosa dell'altro mondo dentro questo mondo. "Morte
dov'è la tua vittoria?", gridava san Paolo, trionfante
dopo la resurrezione di Gesù. Fra quelle colonne e quegli
affreschi della Santa Sede dove il papa poeta, il papa che fu
minatore, filosofo, il papa profeta e martire della libertà
e della dignità umana è entrato nella vita vera,
lì a trionfare è stato Gesù Cristo, Colui
che disse "Io sono la vita".
In questo mese di agonia nessuno statista ha avuto accesso alle
stanze della sua sofferenza. Unica eccezione per quelli veramente
grandi e importanti: i bambini. Quando don Stanislao al Gemelli
andò a salutare i fanciulli del reparto ospedaliero vicino
al papa e uno di loro gli disse: "busso a quella porta, ma
nessuno apre", immediatamente il fidato segretario del Papa,
conoscendolo da tanti anni, sentì che il cuore del vecchio
pontefice si sarebbe letteralmente liquefatto di fronte a quel
visino e a quelle parole. Proprio come Gesù che non resisteva
ai bambini e alle madri (ma anche ai padri e ai peccatori, pubblicani
o prostitute, e ai ladroni pentiti: non resisteva a nessuno…
aveva compassione di tutti). Insomma, ai bambini malati del Gemelli
fu dato di arrivare dal papa morente. Che li carezzò e
li benedisse sorridendo. E quando fu dimesso, per loro ci furono
parole particolari: "lo sapevamo che non ci avrebbe dimenticato",
commentarono quei piccoli re, certi della loro potenza nel Regno
dei Cieli dove si entra tutti bambini.
La grande sfida cristiana al mondo: la felicità. Per cos'altro
ci affanniamo ogni giorno se non per questo? Ma finché
regna la morte ogni gioia è un'illusione crudele. A questa
nostra inquietudine, a questa insoddisfazione ha parlato Giovanni
Paolo II fin dal primo giorno: "aprite, anzi spalancate le
porte a Cristo", "solo Lui sa cosa c'è dentro
l'uomo". E poi gridò: "so-lo Lui lo sa!!!".
E' l'annuncio che il Papa ha ripetuto a tutte le latitudini del
pianeta soprattutto ai giovani. E' specialmente l'annuncio che
ha fatto alla mia generazione, che ha avuto l'immensa fortuna
di avere un così grande padre e testimone, insieme a tanti
altri uomini e donne straordinarie, uomini e donne di Dio, da
Madre Teresa a don Giussani. Di fronte a quella loro umanità
eccezionale tutti gli aridi discorsi di intellettuali e cattivi
maestri sembrano pula al vento. Pensare ai volti di Karol Wojtyla
e degli altri uomini e donne di Dio che abbiamo avuto la fortuna
di conoscere e seguire fa scoppiare il cuore di gratitudine. Come
si fa a non essere sedotti da quegli uomini, così veri,
liberi, così infinitamente più umani di tutti, più
affascinanti, più vivi e più lieti. Così
buoni con noi da amare il nostro destino più di quanto
sappiamo fare noi stessi.
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