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REGIONALI,
PROVE DI VOTO PER LE POLITICHE?

di Giuseppe Fusi
Aprile 2005

Al più tardi, andremo a votare l'anno prossimo per rinnovare il Parlamento. Difficile dire, al momento, se gli schieramenti in lizza saranno gli stessi che hanno caratterizzato l'ultima tornata elettorale per il rinnovo del consiglio regionale. Da qui alle prossime elezioni ci si può aspettare di tutto. In ogni caso è bene che, all'interno del collegio 10 - il nostro riferimento elettorale - si cominci a pensare a quello che sarà in futuro il nostro prossimo rappresentante alla Camera dei Deputati. Piaccia o no, è sempre bene che il dibattito trovi ampio spazio, con largo anticipo, per non rischiare di trovarsi impreparati e costretti a scelte affrettate o, ancor peggio, come si dice in questi casi, "calate dall'alto". Ed è proprio quest'ultima ipotesi che si vorrebbe evitare: è bene dire subito "no", con fermezza, alla scelta dei candidati al Parlamento effettuata unicamente su indicazioni delle segreterie nazionali dei partiti. Il rischio è, infatti, di trovarsi a votare illustri sconosciuti, provenienti da altri collegi e province, spesso imposti e del tutto privi di qualsiasi conoscenza della realtà locale. Messi lì, in pratica, per garantirsi un seggio sicuro a scapito di chi, magari, proprio perché vive e conosce la realtà locale, meriterebbe un seggio a Roma con la prospettiva di rappresentare doverosamente il suo territorio e i rispettivi elettori.
Guardiamo alle ultime tre elezioni politiche: i relativi deputati che abbiamo mandato a Roma (Marco Romanello e Cesare Rizzi) erano rappresentativi di una parte ben precisa del collegio 10, la realtà erbese, non di meno di un particolare elettorato, quello leghista, connotato dall'appartenenza al Polo di Centro-destra.
Non è questa la sede appropriata per giudicare se i due hanno lavorato bene o male, se hanno rappresentato degnamente il loro collegio elettorale. E' giusto però rimarcare che la scelta di candidarli è stata frutto di accordi che hanno visto protagonista il collegio e i suoi uomini politici, senza particolari "filtri" o imposizioni da parte di agenti esterni.
Lo stesso, crediamo, dovrà verificarsi anche nel prossimo futuro: magari con la prospettiva di garantire più visibilità ad uno o più candidati al Parlamento che possano rappresentare la realtà dei nostri paesi, a cavallo tra le province di Como e Lecco. Nessuno, a questo proposito, si deve sentire in diritto di escludere, a priori, un candidato alla Camera di Rogeno, Merone o Costamasnaga. L'importante è che tutte le singole rappresentanze politico-amministrative del territorio, espressione di ogni realtà comunale, siano messe in grado di far valere le proprie candidature alla luce del sole, in un confronto pieno e costruttivo che coinvolga, alla pari, tutto il territorio del collegio 10. Sarebbe veramente triste se, a giochi fatti, alcuni Comuni del collegio si dichiarassero scontenti e non rappresentati dal nuovo deputato locale. Sarebbe, in definitiva, il fallimento della politica "di casa nostra".
Per ora ci sembra azzardato proporre dei nomi: l'importante è che si cominci a definire l'ambito nel quale il dibattito, all'interno dei vari schieramenti, possa svolgersi, con la democratica presenza e importanza di tutte le realtà del territorio, nessuno escluso.

 
 
 
       

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