
di Jennifer Isacco
Aprile 2005
Questo mese vorrei intrattenevi facendo due chiacchiere con un
grande campione dello sci nazionale ed internazionale: Giorgio
Rocca.
J.I. Sei nato in Svizzera, ma sin da piccolo hai vissuto e vivi
tuttora a Livigno. Il binomio montagna e sci era scontato. Quando
hai cominciato?
G.R. Vivendo in montagna ho messo gli sci ai piedi molto presto,
all'età di 3 anni. Poi ho cominciato a fare le prime gare
con lo sci club Livigno e dopo alcuni anni di militanza nelle
gare giovanili nel 1992 sono approdato alla squadra nazionale
a soli 16 anni e ho avuto la possibilità di gareggiare
anche in Coppa del Mondo.
J.I. Il primo successo?
G.R. Nel 1996 ho vinto la medaglia d'argento in slalom gigante
ai Campionati Mondiali Juniores e diciamo che è stata la
prima gara importante .
J.I. E poi la tua carriera è stata in salita verso i grandi
traguardi.
G.R. Diciamo che ho avuto degli alti e bassi all'inizio della
carriera a causa di due infortuni alle ginocchia che mi hanno
fatto perdere qualche stagione agonistica, ma dalla stagione 2001/2002
sono stato sempre in crescita.
J.I. Questa stagione appena terminata ti ha visto protagonista
tra i migliori del mondo. Come è andata?
G.R. E' stata un anno molto soddisfacente con tre vittorie in
Coppa del Mondo, un secondo posto e alcuni piazzamenti. Ho chiuso
al diciottesimo posto in classifica generale e al quarto posto
nella classifica di slalom.
J.I. E poi i Campionati del Mondo in casa, a Bormio. Ti aspettavi
due medaglie?
G.R. Sinceramente una medaglia in slalom era il mio obiettivo,
certo d'oro sarebbe stato il massimo, ma anche il bronzo mi appaga
anche perché ho dovuto cedere il passo a due grandi dello
sci come Benjamin Raich e Rainer Schoenfelder. Il bronzo in combinata
è stata una sorpresa, anche se molto gradita.
J.I. Hai dedicato le tue vittorie ai tuoi fans. Quanto contano
i tifosi?
G.R. I miei tifosi sono fantastici, tanti mi seguono alle gare,
curano il fans club e mi fanno il tifo davanti alla televisione.
Sono veramente importanti.
J.I. Le Olimpiadi di Torino si avvicinano. Dopo la delusione di
Salt Lake 2002 questa volta arriveranno medaglie? Ti stai già
preparando?
G.R. Il tempo passa veloce e febbraio è vicino. Sono tornato
da alcuni giorni di allenamento a Sestriere, ora ho qualche appuntamento
diciamo ufficiale ad alcune manifestazioni, poi qualche giorno
di vacanza e poi si ricomincia, quest'anno starò a Livigno
per la preparazione atletica. Per quanto riguarda le medaglie
non mi sbilancio, ma sicuramente affronterò le Olimpiadi
per vincere.
J.I. Ma quando non ti alleni con quali sono i tuoi passatempi?
G.R. Mi piace molto il trekking, mi piace andare in bicicletta
e sui pattini in linea e Livigno offre tante possibilità
in questo senso.
J.I. Si dice che sei l'erede di Alberto Tomba, per la tua prestanza
fisica e la sciata leggera ma potente. Ti ci ritrovi in questo
ruolo?
G.R. L'associazione con Alberto non mi può che far piacere
perché Tomba è stato sicuramente un grande campione
e mi piacerebbe molto arrivare a vincere tutto quello che è
riuscito a vincere lui. Per ora cerco di fare il meglio, poi si
vedrà.
J.I. Un'ultima domanda: qual è il tuo campione preferito?
G.R. Sicuramente Pirmin Zurbriggen, è veramente grande.
Bene direi che mi resta solo fare tanti in bocca al lupo a Giorgio
per la preparazione alle Olimpiadi e mi auguro che la medaglia
arrivi e sia d'oro!
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