
IL GELO HA UCCISO
I REALI CIGNI DEL PUSIANO
di Lauretta Carpani, CEDAL di Pusiano
Aprile 2005
Non succedeva più dall'estate 2003,
quando il 28 agosto, grazie alle segnalazioni di alcuni pescatori,
il C.E.D.A.L. Pusiano aveva immediatamente chiamato un veterinario
che diagnosticava recentissima la morte dei 3 esemplari di candidi
cigni reali, adulti, sulle rive sud del bacino. Ci si preoccupava,
allora, che le carcasse potessero creare pericolose infezioni,
sviluppando malattie grazie ad eventuale conseguente proliferazione
di colonie di topi. L'invio di un cigno al centro autopsia volatili
di Pavia non aveva attribuito il decesso all'alga rossa che prolifera
in sole acque tiepide e stagnanti, colpevole di pesanti irritazioni
alla pelle "Le sue essenze urticanti, fastidiosissime ma
non letali, fortunatamente neppure per l'uomo, uscivano indenni
dall'accusa, anche se un successivo ritrovamento di due esemplari,
sempre nell'autunno 2003, sul lido nel territorio di Eupilio,
versante nord del lago, accusava, secondo un referto ARPA, l'alga
killer che in soggetti debilitati può portare a shock anafilattico
con conseguente morte per infarto" illustra Lauretta Carpani
responsabile del centro educazione documentazione ambiente con
sede a Pusiano. Nei giorni scorsi quando anche il lago pareva
stretto in una morsa di freddo polare, spazzato da un vento fastidiosissimo,
causa di tanti disturbi da raffreddamento particolarmente a bambini
e anziani, le anomale basse temperature hanno ucciso ben 6 cigni.
"Nel giro di 5 giorni, sempre grazie alle chiamate dei fruitori
del lago, ora più attenti alle tematiche che alterano e
spesso danneggiano un habitat così particolare e prezioso
quale è l'Eupili per la flora e la fauna che ospita, stravolgendo
l'equilibrio tanto delicato di un ecosistema sempre oggetto di
studi anche stranieri, si rinvengono un cigno maschio, adulto,
in località Sabina a Bosisio, accanto ai resti di una vecchia
darsena, poi due esemplari a Mojana di Merone nel canneto, senza
alcuna frattura alare o alle zampe" spiega la Carpani. Non
sono state rinvenute macchie di nafta, di sostanze coloranti,
di solventi. Di tutti i regali cigni neppure i due, soliti scivolare
sulla superficie delle acque spingendosi nel canalone a sud ovest
del Pusiano fino a raggiungere il Cavo Diotti a Merone, avevano
né penne né piume "segnate" da inquinanti.
Il giovane esemplare al Lido Paradiso, i due a est della Punta
del Corno non possono colpevolizzare l'alga rossa, che oltre tutto,
è una comunissima macrofita, vera e propria pianta acquatica,
diffusissima in ambienti eutrofizzati il cui fusto, lungo anche
un metro, dalle foglioline completamente sommerse, chiede per
la proliferazione solo alte temperature acquali. "Il privilegio
delle specie dell'avifauna stanziali o di passo del Pusiano, di
avere una naturale pelle sebacea, grazie alla secrezione di sostanze
che permettono la formazione di un velo di grasso a far si che
l'acqua, pur gelida, scivoli via, non è stata sufficiente
a proteggere i cigni" riferisce il dottor Luigi Brambilla,
veterinario, che ha consegnato al C.E.D.A.L. anche i referti delle
analisi di laboratorio, dopo aver prelevato una porzione della
cute e del fegato di un esemplare.
Anche i poveri cigni, morti per arresto cardiocircolatorio, hanno
subito così pesantemente le conseguenze di un periodo tanto
freddo, di cui ora fortunatamente è rimasto solo il ricordo.
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