IL
TOTALITARISMO ISLAMISTA, ALL’ASSALTO DELLE DEMOCRAZIE
Aprile 2007
Dopo il totalitarismo rosso, basato sulla
lotta di Classe, il bruno, sulla lotta delle Razze, l’Occidente
deve affrontare il totalitarismo verde (colore dell’islamismo),
che si fonda sulla lotta tra le Civiltà e tra le Religioni.
Solo in apparenza, questo terzo totalitarismo è più
debole dei primi due: non trova certo espressione in uno Stato
totalitario, come fu il caso del nazismo o dello stalinismo, non
dispone di un arsenale nucleare e strategico paragonabile a quello
degli Stati Uniti o della Cina, benché il Pakistan, come
dice Bin Laden, detenga la «bomba nucleare dell’Islam»,
e benché l’Iran di Ahmadinagiad stia per ottenerla.
Il totalitarismo verde non é che al suo esordio. Perchè
non è solo terroristico ma prima di tutto ideologico. Per
questa ragione sarà ancora più difficile da sconfiggere
dei precedenti. L’islamismo
è fondamentalmente intollerante e razzista, un razzismo
a base religiosa, «leggittimato» da Dio, e per ciò
molto più difficile da combattere. Come il Nazismo, il
Totalitarismo Verde considera che il Resto dell’umanità
non-musulmana faccia parte della categoria dei sotto-uomini, preparando
così una nuova soluzione finale, in particolare per i Satanici
Giudeo-Crociati, che devono pagare per le Crociate, la Colonizzazione,
il Sionismo e l’Imperialismo, dunque responsabili di tutti
i mali di cui soffrirebbero le nazioni arabo-islamiche umiliate.
Come il Nazismo, l’islamismo è intrinsecamente antisemita,
ma anche anticristiano e contro tutto ciò che non è
islamico, a cominciare dai «falsi musulmani» occidentalizzati,
prime vittime della spada della Jihad. Dall’11 settembre
in poi, non si è mai parlato tanto dell’islamismo
e della religione musulmana. Eppure non siamo mai stati così
disinformati sulla natura vera dell’ideologia che ispirò
i Kamikaze d’Allah quando colpirono il cuore del mondo occidentale.
Alcuni commentatori rifiutarono per principio di mettere in relazione
tra loro i termini Islam e terrorismo, preferendo parlare di «caos»
o di «minaccia eversiva», denunciando così
la «politicizzazione» dell’islam. Altri si affannarono
a spiegare l’islamismo come un «integralismo»
religioso ne peggiore ne migliore di quello ebraico o cristiano,
precisando altresì che i musulmani «si sarebbero
un giorno non lontano, evoluti e modernizzati come noi».
Praticando la politica dello struzzo, e rassegnandosi nel vedere
il mondo islamico abbracciare la barbarie, tanti «autorevoli»
analisti non sono stati capaci di definire chiaramente la nuova
minaccia neo-totalitaria islamica. Eppure non siamo mai stati
così disinformati sulla natura vera dell’ideologia
che ispirò i Kamikaze d’Allah quando colpirono il
cuore del mondo occidentale. Alcuni commentatori rifiutarono per
principio di mettere in relazione tra loro i termini Islam e terrorismo,
preferendo parlare di «caos» o di «minaccia
eversiva», denunciando così la «politicizzazione»
dell’islam. Altri si affannarono a spiegare l’islamismo
come un «integralismo» religioso ne peggiore ne migliore
di quello ebraico o cristiano, precisando altresì che i
musulmani «si sarebbero un giorno non lontano, evoluti e
modernizzati come noi». Praticando la politica dello struzzo,
e rassegnandosi nel vedere il mondo islamico abbracciare la barbarie,
tanti «autorevoli» analisti non sono stati capaci
di definire chiaramente la nuova minaccia neo-totalitaria islamica.
In verità, il totalitarismo islamista non è un semplice
«integralismo» come gli altri, ma una ideologia di
distruzione di massa, un imperialismo guerriero e conquistatore
a pretesa religiosa. Al fanatismo spirituale viene sommata una
pericolosa volontà di rivincita di un mondo arabo-islamico
«umiliato» dal colonialismo. Si tratta dunque di un
totalitarismo teocratico e patologicamente anti-occidentale e
giudeofobo, come lo si vede nei discorsi razzisti e violentissimi
sia di Mahmud Ahmadinegiad che di Ossama Ben Laden, Ayman al Zawahiri
o il leader del Hezbollah Cheikh Nasrallah. Il primo totalitarismo
che non sia nato nelle menti europee. Il primo che si esprime
in nome del terzomondo con l’ambizione di trascinarlo sotto
la bandiera di un Islam vendicatore. La cecità delle democrazie
occidentali di fronte al nuovo «Nazismo verde». Non
c’é dubbio che i totalitaristi d’Allah non
potranno che trarre beneficio dalla collaborazione di tanti Europei
adepti del colpevolismo, dagli antisionisti radicali, dai terzomondisti,
dagli antiamericani, «anti-mondialisti» e altri ideologi
dell’estrema sinistra, vinta all’Est ma sempre egemonica
all’ovest sia sul piano intellettuale che nel suo aspetto
deteriore, il terrorismo, cosi’ come lo si vede con le nuove
Brigate rosse o con gli altri movimenti terroristi di estrema
sinistra che sembrano schierarsi sempre più apertamente
a favore degli islamisti in funzione antisionista ed anti-americana.
Questo primo totalitarismo del Sud considera tre fattori chiave
come altrettante benedizioni d’Allah, come altrettante armi
da utilizzare contro l’occidente: una démografia
conquistatrice, le più grandi riserve di petrolio del mondo,
ed una determinazione senza limiti, che spinge generazioni d’islamisti
a preferire la morte alla vita. Bisogna innanzitutto chiedersi
se le democrazie pluraliste sono preparate ad affrontare questo
«III° Totalitarismo» che dichiara apertamente
l’intenzione di distruggerle dall’interno, utilizzando
i loro territori, le loro popolazioni, che gli islamisti cercano
di conquistare e di convertire. Le società occidentali
sapranno lottare contro questo nemico dai molteplici volti? Un
nemico che conta sempre più adepti all’interno del
miliardo e trecentomila musulmani nel mondo? Un nemico che ha
come miglior alleato i valori stessi delle democrazie: le libertà
di circolazione, d’espressione e di coscienza. Perchè
é in totale libertà, in nome del cosidetto «diritto
alla differenza» e del «multiculturalismo»,
così come analizzato da Giovanni Sartori, che progredisce
insidiosamente in Europa e negli Stati Uniti l’ideologia
dell’odio del totalitarismo islamico. Di conseguenza, nella
guerra dichiarata alla civiltà occidentale giudeo-cristiana
e alle democrazie in generale, i Cavalieri d’Allah hanno
trovato come alleati oggettivi e forse anche consapevoli, gli
anti-americani, anti-giudei e anti-capitalisti di ogni tendenza,
(dai neo-nazisti agli «anti-imperialisti» di estrema
sinistra). Fra costoro furono in molti a compiacersi quella tragica
mattina dell’11 settembre 2001 o a appoggiare le nuove crociate
anti-occidentali di Cheik Nasrallah o Mahmud Ahmadinégiad.
Alcuni di questi riuscirono perfino ha trovare delle circostanze
attenuanti ai Kamikaze di Bin Laden, «il giustiziere dei
bambini dell’Irak» e dei palestinesi «oppressi».
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