Emergenza
educativa ?
Aprile 2008
di Giuseppina Viganò
“Abbiamo tutti a cuore il bene delle
persone che amiamo, in particolare dei nostri bambini, adolescenti,
giovani. Sappiamo infatti che da loro dipende il futuro di questa
nostra città. Non possiamo dunque non essere solleciti
per la formazione delle nuove generazioni, per la loro capacità
di orientarsi nella vita e di discernere il bene dal male, per
la loro salute non soltanto fisica ma anche morale”.E’
questo l’inizio della bella lettera che Papa Benedetto XVI
ha indirizzato lo scorso mese di gennaio alla Diocesi e alla città
di Roma sul compito urgente dell’educazione e che ha avuto
ampia e meritata eco e diffusione anche al di fuori dell’ambito
territoriale “ romano”. E’ stata ripresa infatti
dai mass media a livello nazionale e divulgata opportunamente
anche in altre realtà educative , sociali e parrocchiali
a noi vicine. A me è piaciuta molto per l’analisi
acuta ed equilibrata della situazione in cui vivono i nostri giovani,
per la semplicità e la chiarezza dell’esposizione,
per la concretezza e la fattibilità delle indicazioni pratiche
proposte, per la fiducia e la speranza che fanno da sottofondo
e quasi “ si respirano” nella lettura. Cercherò
di sintetizzarne gli elementi a mio avviso più significativi
e più utili per una riflessione personale o a livello familiare.
-Esiste una domanda impellente di educazione da parte di genitori,
di insegnanti, dei ragazzi, della stessa società nel suo
complesso. -La vicinanza e la fiducia che nascono dall’amore
sono esigenze comuni di un’autentica educazione, come l’esempio
e la testimonianza dell’educatore che , per essere credibile,
“ deve donare qualcosa di se stesso”.
-Il naturale e forte desiderio di sapere e di capire che ogni
bambino manifesta è integrato dalle grandi domande riguardanti
la verità, il senso e il significato della vita.
-Un’educazione anche al significato della sofferenza, che
fa parte della nostra vita, completa il processo educativo, evitando
il rischio di far crescere persone fragili e poco generose.
-L’esigenza di un giusto equilibrio fra libertà e
disciplina, punto centrale di una millenaria riflessione pedagogica,
è brillantemente sottolineato nella lettera con puntuali
riferimenti all’importanza delle regole di comportamento
e di vita.
-L’autorevolezza , “ che rende credibile l’esercizio
dell’autorità” è sì frutto di
esperienza e di competenza,ma si acquista “ con la coerenza
della propria vita e con il coinvolgimento personale”.
-Nel processo educativo sia per l’educatore che per l’educando
è decisivo il senso di responsabilità, la capacità
cioè di saper rispondere a se stesso, agli altri e, per
chi crede, a Dio. -
-I mass media esercitano un grande influsso, non sempre positivo,
condizionando di fatto idee, stili di vita, leggi, orientamenti
complessivi sulla società in cui viviamo.
- “Alla radice della crisi dell’educazione c’è
una crisi di fiducia nella vita”, ma una speranza affidabile,una
speranza posta in Dio e che si rivolge a Dio, una speranza anche
per gli altri, “ ci rende solidali nel bene e ci stimola
ad educarci reciprocamente alla verità e all’amore.”
Questa scarna sintesi non rende però l’idea della
bellezza e della ricchezza della lettera del Santo Padre, che,
merita, a mio parere, di essere letta integralmente.
Il testo si può trovare sul sito internet www.vatican.va
nei documenti, più precisamente nelle lettere del Papa
Benedetto XVI.
Buona lettura!
Giuseppina Viganò
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