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Merone, la storia lungo il Lambro

un libro per celebrare gli 80 anni del comune di Merone

Aprile 2009
di Enrico Viganò

Il 1 novembre 1928, dall’unificazione dei comuni di Merone e Moiana e di Pontenuovo, che a quel tempo era una frazione di Erba, nasceva una nuovo comune: Merone. Sempre nel 1928, a Merone iniziava la propria attività la Società-Fabbrica di Cemento Portland Montandon & C.”, che in seguito (nel 1941) diverrà “Cementeria di Merone”, e poi, e siamo ai nostri giorni, Holcim. In quegli anni la popolazione era di poco superiore ai mille abitanti. Oggi ha superato i 4 mila. In ottant’anni Merone ha avuto un sorprendente sviluppo economico-industriale e sociale.
Per celebrare l’anniversario l’amministrazione municipale ha presentato lo scorso 28 aprile presso il Salone dell’Oratorio il libro: “Merone, la storia lungo il Lambro”, scritto dal prof. Antonio Molteni con la collaborazione fotografica di Daniele Mornati.
Nella prefazione del libro, il sindaco Pietro Brindisi spiega perché abbia chiesto al prof. Molteni di scrivere la storia del paese: “Esiste un dovere della memoria. Senza passato non c’è futuro. Senza consapevolezza storica è possibile qualsiasi aberrazione. Per questo motivo è necessario conservare e trasmettere il passato alle generazioni future”. Il libro, scrive il sindaco, “è un viaggio nel tempo, alla scoperta di Merone, dal suo passato più lontano al suo presente”.
Molteni aveva già pubblicato ventisei anni fa, nel 1983, “Merone dall’agricoltura all’industria”, in cui descriveva la profonda trasformazione subita dal paese lungo i secoli e il passaggio da una realtà agricola del Settecento, Ottocento e primi Novecento a quella industriale dei giorni nostri.
Con la nuova opera Molteni ha voluto scrivere la storia di Merone, una storia che, come ci spiega, “corre lungo il Lambro. Fin dal Medioevo, infatti, si può dire che lo sviluppo economico di Merone si sia sviluppato sfruttando l’acqua del fiume per azionare i magli, i mulini, i torchi. E questo soprattutto nell’Ottocento con le filande. Particolarmente importante è stato al riguardo il complesso Isacco, che comprendeva filanda e filatoio con galetera, (il deposito dei bozzoli), case per gli operai (la Cascina degli Operai alla Specola), villa padronale e asilo infantile”.
“Il libro - continua Molteni - è stato scritto non tanto per gli specialisti, ma per la gente. Per questo ho cercato di renderlo di facile lettura, e di offrire allo stesso tempo una visione d’insieme che, unificando le informazioni, portasse a una conoscenza organica della storia del paese”. Tra l’altro, per Molteni è stata l’occasione per dare sistematicità alle molteplici ricerche e studi sul territorio da lui compiuti in diverse occasioni, ma soprattutto per l’allestimento delle diciotto edizioni dell’esposizione “Attraverso i cortili di Moiana: vita di paese” - che viene realizzata ogni anno la prima domenica di ottobre - di cui lo stesso Molteni è l’ispiratore e il coordinatore.
La tipologia testuale utilizzata dall’autore nella stesura del libro è quello della storia, intesa “come “racconto” il più possibile chiaro e lineare – scrive Molteni nella prefazione - che potesse condurre alla comprensione dei fatti… A tratti la narrazione procede, quasi fosse un diario, attenta alla ricchezza dei particolari e, talora, aperta addirittura all’aneddoto. La storia del paese, infatti, si nutre spesso di piccoli eventi: non è, però, una storia “minore”, è la “storia” che acquista senso dalla quotidianità”.
Il libro nei prossimi giorni verrà distribuito gratuitamente a tutta la popolazione.

Enrico Viganò

 
 
 
       

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