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di Antonio Isacco
Dicembre 2004


L'ho udita da un mio carissimo amico Angelo, al riguardo di un Parroco di un paesino sulla sponda occidentale del lago di Como. Paesino situato in una posizione invidiabilissima sia per il clima, sempre e comunque temperato, che per l'inestimabile panorama di cui gode.
Questo Parroco, che di nome faceva Dante, anche se non godeva sia della fama che dell'ingegno del sommo Alighieri però, aveva altre doti, e il periodo era quello della metà degli anni sessanta, vestiva l'abituale abito nero e ai piedi aveva grosse scarpe e in alcuni casi erano pure chiodate, visto che il paesino era sì affacciato sul lago ma, alle spalle aveva ed ha una bellissima e verdeggiante montagna, (ecco del perché delle scarpe grosse ed anche chiodate in alcune occasioni).
Questo Parroco, Don Dante, anche se non sembrava, era un uomo d'eccezionale cultura e non solo ecclesiale, oltre a possedere una saggezza, che a priori non faceva altro che confermare il classico detto: ….. scarpe grosse, cervello fino.
Un giorno, narra Angelo, Don Dante andò a comprarsi il saporito e abituale osso buco, ma quel birbone del macellaio lo stuzzicò, come era solito fare con quasi tutti i clienti e specialmente con le signore, parlandogli del paradiso e di Dio: c'è? Non c'è? Quali sono le prove? Don Dante, con volto serafico, non gli fece prediche: alzò l'indice destro verso il cielo, lo toccò con l'indice sinistro e disse: vedi questo dito? Da lì in su nessuno sa niente.
Sembrò scandalo a qualcuno sentire il ministro di Dio affermare che oltre la punta del dito indice destro, verso il cielo, nessuno sa niente. Ma a me sembra una risposta meravigliosa, una di quelle risposte che non ti aspetteresti mai e poi mai, piena di risonanza evangelica. Come dire: se cerchi una prova razionale o empirica, da toccare con il dito, è meglio non farsi illusioni, non perdere tempo. Ma se ti interessa il cielo, il mistero, ciò che si può e che si deve raggiungere con il cuore, allora non hai bisogno di far domande: chi può e chi deve intendere, intenda.
Qui finisce il racconto del mio carissimo amico Angelo su Don Dante. Il discorso sul credere si può, come avete letto, sintetizzare. La fede comincia là dove la ragione finisce. Il dito indice di Don Dante raggiungeva a mala pena i due metri di altezza, ma lo spazio sopra era ed è infinito.

 
 
 
       

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