
di Jennifer Isacco
Dicembre 2005
Parlami di te… Bene, allora vi racconto
la storia di una che al bob è arrivata per caso. Andiamo
con ordine. Immaginate una ragazza nata e cresciuta nella realtà
di un piccolo paese della provincia di Lecco con una normale carriera
scolastica alle spalle e una laurea in Lettere Moderne all'Università
statale di Milano. Impegnata in una bellissima esperienza di lavoro
con i bambini come istruttrice dei corsi di avviamento all'atletica
leggera presso la Società sportiva Metanopoli di San Donato
Milanese. 
Una passione per il teatro, tanto che "da grande" le
piacerebbe lavorare nel campo dell'organizzazione teatrale, o
magari nel campo del giornalismo, chissà; una passione
per il cinema, anche se il tempo a disposizione è sempre
poco, per la musica a tutto volume in camera, per le mostre d'arte,
soprattutto di fotografia, per gli amici, quelli di sempre, dei
tempi della scuola, dei campi di allenamento, per i viaggi, perché
sono veramente tanti i luoghi che vorrebbe visitare. Passioni
che hanno in tanti, ma per questa ragazza c'è un amore
ancora più grande: quello per lo sport. Da piccola voleva
fare la ballerina, poi la pallavolista,
poi si è avvicinata all'atletica leggera ancora ragazzina,
dopo le prime esperienze nelle gare scolastiche, e ne è
stata contagiata.
Da allora sono ormai tredici anni. Ha fatto una buona carriera
soprattutto nelle categorie giovanili, con risultati anche molto
soddisfacenti nella corsa veloce, nei 100 e nei 200 metri. E poi?
Poi è successo che questa ragazza che con ghiaccio e neve
aveva ben poca confidenza, in un freddo novembre del 1999 si ritrova
a scendere su una pista da bob, in Austria, senza sapere bene
chi glielo ha fatto fare!
Un'esperienza nata per gioco, grazie ad un amico che aveva bisogno,
come si dice in gergo, di un "frenatore". E fu subito
amore! Sì, dice lei, perché al bob ci puoi arrivare
magari per caso, per provare quelle sensazioni che in televisione
non riesci tanto a percepire: la velocità, il rumore, le
curve. Poi però dietro alla spettacolarità della
discesa ci sono, come in ogni sport ad alto livello, ore e ore
di allenamento in palestra e in pista, lunghe trasferte a ritmi
veramente massacranti, tra caricare, scaricare il bob (e sono
200 Kg!), tirare e ritirare i pattini (devono essere splendenti!),
provare e riprovare gesti e sensazioni essenziali in gara. Ma
che bello è, dopo tutto questo, vincere! Correre quei 50
metri al massimo, cercando di sfidare il peso e la gravità
e renderti conto al traguardo
che il cronometro per te e il tuo pilota si è fermato prima
di tutti e sei sul gradino più alto! Fantastico! E' in
questi momenti che dimentichi la fatica e pensi che ne vale veramente
la pena. Allora guardi avanti e ti poni degli obiettivi: ci sono
le Olimpiadi a Torino nel 2006 e si sa che per ogni atleta che
si rispetti quello è il traguardo più bello e più
ambito. Perché non farci un pensierino?
Bene, penso di non avere tralasciato nulla nel mio racconto: realtà,
sogni e ambizioni di questa ragazza. Ah, dimenticavo: questa ragazza
sono io! |