QUANDO
LA REDAZIONE È IN OSPEDALE
Dicembre 2006
“Giornalisti
per caso” dell’Istituto Scientifico “E. Medea”
vince il premio DANIELA SARDELLA, concorso nazionale per la salute
del bambino in ambito ospedaliero. Il progetto vincitore è
stato presentato dall’Unità Operativa per le cerebrolesioni
acquisite dell’IRCCS “E. Medea”- Associazione
La Nostra Famiglia” e consiste nella creazione di un giornalino
curato dai pazienti ricoverati. I giornalisti per caso sono bambini
e ragazzi dai 6 ai 28 anni con esiti di tumori cerebrali, traumi
cranici o lesioni post-anossiche. Spesso hanno avuto un prolungato
periodo di coma e presentano lesioni plurime. Con l’aiuto
delle educatrici e sotto la supervisione dell’équipe
di psicologia, mettono in gioco le proprie capacità e le
proprie risorse, apportando un contributo originale ed insostituibile
alla creazione del giornalino. Nel gruppo, infatti, c’è
chi scrive articoli, chi intervista operatori e medici, chi disegna
illustrazioni, chi crea giochi e cruciverba, chi impagina e chi
collabora alla stampa. Il giornalino contiene diverse “rubriche”
che riflettono gli interessi dei giovani collaboratori: natura,
musica, sport, cucina, giochi, fiabe, spettacolo, descrizione
dei trattamen ti
erogati visti con gli occhi dei bambini e commentati dai loro
terapisti... Questa proposta è finalizzata non solo allo
svago e all’intrattenimento, ma anche al coinvolgimento
e alla motivazione: “I nostri pazienti si trovano a dover
affrontare delle ospedalizzazioni lunghe e faticose - afferma
Mariarosaria Liscio, psicologo responsabile del progetto - la
lontananza dall’ambiente familiare e dai propri coetanei
sarebbe, in particolare per i più piccoli, difficilmente
sostenibile se non venissero proposte delle attività ludico-ricreative
e dei momenti di svago e di socializzazione. Il nostro obiettivo
è aiutare i giovani pazienti ad affrontare i problemi cognitivi
e motori conseguenti al trauma cranico o alla neoplasia cerebrale,
favorire la generalizzazione degli apprendimenti derivanti dai
trattamenti psicologici cognitivo-comportamentali, permettere
il recupero della dimensione sana, del protagonismo e dell’autostima
e favorire la socializzazione”.
Il giornalino ha ricadute positive sulla qualità della
vita dei pazienti durante il lungo periodo di degenza. I bambini
e i ragazzi dimostrano infatti un accresciuto entusiasmo e, oltre
a ciò, sperimentano nuove abilità, sviluppano competenze
e instaurano relazioni più approfondite tra loro. Queste
ricadute sono apprezzabili anche sul piano clinico. Infatti, una
maggiore motivazione garantisce una più proficua collaborazione
tra paziente e terapista; inoltre, molte delle competenze sociali
affinate nel contesto ricreativo potranno essere utili durante
il percorso di reinserimento scolastico o lavorativo. Il concorso
è stato indetto da A.Ge.-Associazione Italiana Genitori,
con il patrocinio del Ministero della Salute e in collaborazione
con Cittadinanzattiva, con l’Azienda Sanitaria Regina Margherita-Sant’Anna
di Torino, con l’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani
(AOPI) e la Rete degli Ospedali HPH. L’Unità Operativa
di Neuroriabilitazione 3 - IRCCS “E. Medea” L’Istituto
Scientifico “EUGENIO MEDEA”, Sezione di ricerca de
La Nostra Famiglia, si struttura in diverse Unità Operative.
L’Unità Operativa di Neuroriabilitazione 3 (NR3)
si occupa da 15 anni della gestione e dell’intervento riabilitativo
di bambini e di giovani adulti con esiti di traumi cranici, di
neoplasie cerebrali, di lesioni post-anossiche, vascolari e post-infettive
e di lesioni midollari. La maggior parte dei pazienti seguiti
presso il reparto ha avuto un prolungato periodo di coma e presenta
lesioni plurime.Le patologie sopra citate sono la principale causa
di morte e di disabilità tra la popolazione infantile ed
adulta, con esiti spesso severi, complessi, multipli ed evolutivi.
Le conseguenze psicologiche e sociali del danno cerebrale sono
parecchie: nell’area individuale possono insorgere problemi
come depressione, ansia, rabbia e ostilità; nell’area
familiare si possono manifestare difficoltà ad accettare
la nuova condizione del paziente e incapacità ad affrontare
nuovi compiti; nell’area sociale possono insorgere difficoltà
sul piano scolastico-lavorativo e socio-relazionale. Sono frequenti
anche difficoltà di attenzione e concentrazione, disturbi
motori, incapacità di organizzare e pianificare la vita
quotidiana in modo adeguato, deficit intellettivi, linguistici
e mnestici. Tali problemi comportamentali e psicologici possono
seriamente compromettere il normale processo di sviluppo e l’integrazione
sociale di tali pazienti. La presa in carico del soggetto con
lesioni cerebrali va dalla gestione in fase post-acuta precoce
(subito dopo la dimissione dal reparto di rianimazione) sino al
reinserimento familiare, scolastico e sociale.
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