Casa
di Dario: una casa per vivere e non sopravvivere
Dicembre 2008
Di Enrico Viganò
Ponte Lambro (Co). Che cosa succederà
a nostro figlio dopo di noi? Chi avrà cura di lui? Sono
gli interrogativi angoscianti che assillano i genitori di figli
disabili e non in grado di condurre una vita in autonomia. Secondo
uno studio promosso dalla Fondazione Cariplo sono oltre due milioni
e mezzo i disabili che vivono in famiglia, di cui più di
settecentomila in età adulta e con genitori anziani o non
più in grado di prendersi cura del figlio nell’assistenza
quotidiana. Molti di loro, una volta che verranno a mancare la
mamma o il papà finiranno in un istituto.

Contro una simile ipotesi sono insorti
alcuni genitori dell’Erbese e nel 2000 hanno fondato l’Associazione
Arcobaleno-Onlus al fine, si legge nello statuto, “ di sollecitare
l’interesse generale della comunità alla promozione
umana, all’integrazione sociale, alla solidarietà
dei cittadini nei confronti delle persone disabili, attraverso
la costituzione di comunità alloggio e di servizi sociali
orientati alla risposta ai loro bisogni”.
Molti dei componenti l’Associazione appartengono al movimento
comunitario “Fede e Luce”, fondato dal teologo laico
Jean Vanier, che riunisce i genitori di figli disabili. “Innanzitutto
vorrei precisare che a me non piace l’uso del termine disabile
– ci corregge Carlo Fornari, presidente di Arcobaleno -.
Noi che ci riteniamo “normali” non siamo in grado
di eccellere in tutto. Non per questo veniamo chiamati disabili.
Io preferisco il termine “speciale ”, oppure diversamente
abile”. Dopo questa opportuna sottolineatura, Fornari ci
spiega che “la sezione “Fede e Luce” di Ponte
Lambro è nata per iniziativa di don Dario Madaschi, assistente
spirituale nazionale del Movimento, morto nel 1985 a soli 33 anni
per una grave forma di leucemia. Don Dario ha lasciato in tutti
noi un ricordo perenne, tanto che abbiamo pensato di dedicargli
la comunità alloggio, voluta dalla nostra associazione.
Appunto la Casa di Dario”. Fornari è padre di due
figli down, Paolo e Chiara. Paolo, figlio naturale, 45 anni, tutti
i giorni prende il treno per andare a lavorare in un quotidiano
milanese a tiratura nazionale. Chiara, figlia adottiva, 24 anni,
è impegnata presso l’associazione “Noivoiloro”
di Erba. Per motivi di lavoro – era ingegnere chimico dell’ENI
- Fornari ha avuto la possibilità di viaggiare molto. “Ovunque
mi trovavo – spiega – raccoglievo informazioni su
come all’estero affrontano le problematiche relative al
disagio degli adulti “speciali” per recepire nuove
idee. La mia preoccupazione maggiore è riferita al “dopo
di noi”: cioè quando noi non potremo più aiutarli,
cosa sarà di loro? Sento dentro di me l’imperativo
di dover dare loro una casa in cui un domani poter continuare
a vivere”.
Nel 2001 il comune di Ponte Lambro concede all’Associazione
Arcobaleno in comodato d’uso gratuito l’ex scuola
materna, un edificio di 600 metri quadri. Con i contributi della
Fondazione Cariplo, Regione, e Comunità Montana, banche
e aziende locali e privati l’asilo viene completamente ristrutturato.
Costo un milione di euro. La casa di Dario, inaugurata lo scorso
settembre, potrà ospitare fino a dieci persone speciali.
Attualmente è in una fase di stand-by, in attesa che vengano
firmate le convenzioni con la Regione e con il Consorzio Erbese
Servizio alla Persona. Il personale addetto all’assistenza
è già stato definito: saranno in nove operatori
tra educatori, medici, infermieri e addetti ai servizi vari. Dieci
ospiti con nove operatori!: “Sì, perche noi vorremmo
– conclude Doretta Braga, presidente di sezione dell’Associazione
Genitori de La Nostra Famiglia – che chi abiterà
nella Casa di Dario possa continuare a vivere e non a sopravvivere”.
Per sostenere economicamente l’Associazione Arcobaleno-Onlus
chi volesse può effettuare un versamento presso Banca di
Credito Cooperativo dell’Alta Brianza – Alzate Brianza
filiale di Ponte Lambro (Co) – IBAN: IT48E0832951690000000120884
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