La
querelle delle piste di sci del San Primo
Dicembre 2008
Di Enrico Viganò
E’ una querelle che si trascina da
anni e non si riesce a venirne a capo. E intanto gli ski-lift
delle tre piste di sci del Monte San Primo rimangono ferme. La
diatriba è tra la Comunità Montana del Triangolo
Lariano e la Società Sciovie San Primo. Secondo la Comunità
Montana le piste non sono omologate e la Società non ha
fatto nulla per omologarle. Secondo la Società invece,
che da oltre quarant’anni gestisce gli impianti di risalita,
tutto sarebbe a norma.
Le tre piste (Baby, Forcella e Terrabiotta) del Monte San Primo,
la montagna più alta - 1700 metri - del Triangolo Lariano,
si snodano su quasi cinque chilometri e da sempre sono ritenute
“le piste di casa propria”, perché facilmente
raggiungibili dalle famiglie della Brianza e del Comasco e da
quanti non possono permettersi mete economicamente più
costose.
La diatriba risale al 1992, quando gli allora amministratori della
Comunità Montana fecero ricorso al giudice per dirimere
una volta per tutte la vertenza. Gli impianti erano stati costruiti
quasi mezzo secolo fa su terreni di privati. I terreni, e quanto
su essi esisteva, furono rilevati poi dalla Comunità Montana.
“Gli impianti sono di proprietà della Comunità
– rileva il presidente Vittorio Molteni -. La Società
S. Primo all’inizio della stagione sciistica dovrebbe chiedere
il nulla osta per aprire gli impianti alla nostra Commissione
tecnica. Tre anni fa la Commissione, che è composta da
tecnici e maestri di sci, ha dato il benestare solo per il 2006,
ingiungendo però per l’anno seguente di realizzare
alcuni interventi indispensabili per la messa a sicurezza delle
piste. Purtroppo la “San Primo” non ha fatto nulla.
E come posso io dare l’autorizzazione a sciare su piste
non a norma di legge?”.
“E’ una situazione molto incresciosa – conclude
Molteni – soprattutto quest’anno che le piste sono
molto innevate. Vorremmo risolvere al più presto la controversia,
proponendo alla Società Sciovie un indennizzo due volte
superiore al valore degli impianti, in modo da poter il prossimo
anno indire nuove gare di appalto per la gestione delle piste
e degli impianti”.
Intanto niente sci sulle piste della “St. Moritz”
della Brianza in attesa che il giudice dia una sentenza definitiva.
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