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IL CARNEVALE

Febbraio 2005

"CARNEVALE" deriva dal volgare, carne levare, in relazione al giorno in cui cessava il consumo della carne per l'inizio della Quaresima. Questo giorno è caratterizzato da feste, mascherate e scherzi. Perché? Questi festeggiamenti hanno radici in antichissime feste pagane, nei riti tradizionali della stagione invernale. L'esplosione di gioia e l'uso della maschera avevano la funzione di allontanare gli spiriti malefici. Si ipotizza che la licenza sessuale sia riconducibile ai riti di fecondità della terra. L'usanza poi di bruciare fantocci richiama i sacrifici primitivi. Gli antichi romani si abbandonavano a festeggiamenti chiamati "Saturnali", feste dedicate al dio Saturno (divinità italica delle sementi), che iniziavano il 17 dicembre e si protraevano per sette giorni. La festa veniva inaugurata con un sacrificio solenne, seguito da un generoso banchetto pubblico. Seguivano, poi, festeggiamenti con vari eccessi. Durante i Saturnali tutto era consentito, in particolare era in uso lo scambio dei ruoli: gli schiavi venivano serviti dai padroni e potevano concedersi ogni libertà! Si estraeva a sorte una specie di re della festa, che aveva ogni potere. Con l'avvento del cristianesimo, questa esplosione di eccessi si è concentrata nei giorni precedenti i digiuni e le penitenze della Quaresima e ha perso il suo contenuto magico e rituale.

Ma, perché il Carnevale Ambrosiano dura di più del Carnevale tradizionale? La leggenda milanese più accreditata, senza però fondamenti storici, la spiega così. Ambrogio, vescovo del capoluogo lombardo, avrebbe chiesto la dispensa al Papa per evitare di gettare gli avanzi del cibo. Un vero peccato in un'epoca in cui povertà e carestia si facevano sentire in modo diffuso tra la popolazione. Forte della sua indiscussa autorità morale, Ambrogio ottenne ascolto presso il Pontefice e gli "strappò" quattro giorni di festeggiamenti in più. La storia ci riporta numerosi esempi dei tentativi attuati per contrastare questa abitudine: sappiamo ad esempio che Ludovico il Moro si oppose in vari modi per cercare di arrestare la voglia di "far festa" dei milanesi che non ne volevano sapere di far morire il Carnevale, anzi...Contro i trentasei giorni di Quaresima di Milano, periodo canonico per i primi secoli della Chiesa, si levarono molti teologi medievali che argomentarono, a partire dal V secolo, intorno al tema, sostenendo che il periodo quaresimale doveva corrispondere necessariamente a quaranta, in ragione dei giorni che Cristo aveva trascorso nel deserto in digiuno.

San Carlo si oppose con tutte le forze e contro questa pratica "blasfema" istituì tutta una serie di preghiere e novene che avevano il ruolo di salvaguardare l'anima dei milanesi travolti dall'ebbrezza della festa. Contro il Carnevale Ambrosiano reagirono anche gli Spagnoli che, dopo la peste del 1630, emanarono una "grida" tendente ad accorciare di quei fatidici quattro giorni i festeggiamenti milanesi: non ci riuscirono, come dimostra ancora oggi la tradizione...

 
 
 
       

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