La
Giubiana
Un'antica tradizione celebrata alla
fine di gennaio
Febbraio 2005
Il
rogo del suo fantoccio rappresenta il ritorno della luce.
In alcune località della Lombardia l'ultimo giovedì
di gennaio si svolge il tradizionale rito della Giubiana, costituito
in genere da un corteo festeggiante che porta un grande fantoccio,
chiamato appunto Giubiana, destinato ad essere bruciato sulla
pubblica piazza.
La Giuliana sembrerebbe una sorta di rito celebrativo dell'identità
e dell'orgoglio cittadini. Le ipotesi sulle origini del rito sono
diverse. Secondo una interpretazione "politica" è
una manifestazione del conflitto tra popolo e tiranno (tra libertà
e dispotismo). Altri preferiscono pensare ai tempi dell'inquisizione
e della caccia alle streghe. Altri si spingono ancora più
indietro nel tempo e rivedono riti celtici: quando persone in
carne ed ossa vive, erano date alle fiamme dai sacerdoti druidici
per propiziarsi il favore degli dei in battaglia o per i raccolti.
Altri infine vedono similitudini tra questi roghi e quelli dei
sacerdoti cristiani che nel IV secolo d.c. bruciavano simbolicamente
le divinità pagane. Secondo questa interpretazione il nome
Giubiana deriverebbe da Joviana, ossia Giunone.
Sia come sia, e ritorniamo ai giorni nostri, la Giubiana è
diventata un'occasione per incontrarsi, fare festa e mangiare
qualcosa in compagnia,magari il risotto con la luganiga, come
prescrive la tradizione. La Giubiana resta dunque una figura tipica
del folklore lombardo, ora impersonante la brutta stagione, ora
eco di creature femminili negative che, come la strega della leggenda,
ha sempre e comunque il ruolo di evidenziare l'atavico scontro
tra il bene e il male. Meglio per tutti, poi, se la Giubiana brucia
bene: è un buon auspicio per l'anno appena iniziato.
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