
di
Claudio Vigolo (Speaker Life Gate Radio 105.1 FM)
Febbraio 2005
GLI UOMINI NELLE CANZONI DI MINA
Un mio amico mi ha sempre detto che se invece
di laurearsi in economia avesse studiato materie umanistiche avrebbe
voluto fare una tesi sulle figure maschili nelle canzoni di Mina.
Il tema è senz'altro interessante.
Si parte dalla Mina degli anni '60, volendo un po' naif ma simpatica
nell'esaltare le virtù virili di un uomo solido: "l'uomo
per me", "personalità", "fumo blu"
(addirittura l'esaltazione del fumatore!). Ma presto i testi diventano
più complessi e profondi, a volte addirittura scabrosi.
In "Grande, grande, grande" l'accento è già
più sui difetti più che sui pregi dell'amato. Ma
è negli anni '70 che Mina raggiunge il climax della sensualità.
Ne "L'importante è finire" Mina canta "io
ti chiedo ancora, il tuo corpo ancora", con una schiettezza
e una sensibilità da grande artista. La stessa che si ritrova
ancor più in "Ancora ancora ancora" con i suoi
"sì" quasi soffiati nell'orecchio dell'amante.
La parola "ancora", rallentata rispetto a l
tempo musicale a diventar più languida, e poi la ripetizione
ossessiva di tutte le parti anatomiche (corpo, braccia, bocca,
mani, collo) e la richiesta di "abbracciarmi, amarmi, pigliarmi,
farmi morire, restare, consumarmi". Insomma, la confusione
totale tra sesso e amore.
In "E Poi…" ci sono
il tormento e il dubbio di un amore finito che non si sa se resuscitare:
“Ricominciare e poi / che senso ha
?... / Tornare insieme e poi / che senso ha?
Fare l'amore e poi / che senso ha?...”
C'è poi un capolavoro come "Ahi,
mi' amor", un lungo racconto di un amore sofferto e tormentato
come un figlio illegittimo tra un bolero e un flamenco potrebbe
essere. La perla che fa il paio con "Ahi, mi' amor"
è "Bugiardo e Incosciente" (entrambe traduzioni
di Paolo Limiti di un brano del cantautore spagnolo Juan Manuel
Serrat).
“E ti odio di più perché
alle altre tu / tu non hai dato mai i giorni tristi e bui, / quelle
certo che no, non correvano qui / a consolare te ma io stupida
sì.”
E qui si potrebbe aprire un filone sulle
canzoni che Mina ha cantato in spagnolo, pensate che un regista
come Pedro Almodóvar nel suo film "Matador",
conclude il film affidandole il commento alla scena più
struggente e passionale con la sua versione di un classico bolero
come "Esperame en el cielo, corazòn", mentre
in "Tacchi a Spillo" Miguel Bosè "en travesti"
la imita cantando "Un anno d'amore".
Dall'ultimo disco di Mina ("Bula Bula", 2005) citiamo
solo, a conferma di un rapporto sempre travagliato e inquieto
tra i due sessi, i versi di "Portati via":
“Ti ascolto dimmi, tanto è
come l'altra volta… / facciamo pace a letto e non dentro
la testa, / chiunque ci sentisse in questa discussione / direbbe
lei cretina ma lui che gran coglione… (…)/ lo sai
che se ti guardo adesso non mi piaci, / ridammi le mie chiavi
dimentica i miei baci” |