IL
VERO PRIMATO DI FRA ORSENIGO
Febbraio 2007
di Silvio Castagna
Dicono
che Pusiano, sito sulle sponde dell’omonimo laghetto tra
Como e Lecco, debba il suo nome a Pusillus, un antico romano venutovi
come colono. Nel 1837 vi nacque fra Orsenigo, un religioso dei
Fatebenefratelli che giunto trentenne a Roma nell’Ospedale
dell’Isola Tiberina, vi divenne in breve così famoso
come dentista che praticamente l’intera città accorse
da lui, tanto che finì nel Guùiness per il primato
d’aver estratto oltre due milioni di denti. Quale furono
i motivi di una popolarità così vasta da consentirgli
un primato di lavoro che forse mai più nessuno uguaglierà?
Un primo motivo fu che senza dubbio il suo Ambulatorio, essendo
gratuito ed aperto tutta la giornata., rappresentò nel
suo settore l’unica immediata risposta al vorticoso aumento
della popolazione verificatosi dopo il trasferimento a Roma nel
1871 della capitale d’Italia e l’apertura dei vari
Ministeri, che richiamarono una fiumana di piccoli impiegati.
Un secondo ovvio motivo di successo fu la sua indiscussa abilità
professionale. L’enorme pratica gli fece acquisire una straordinaria
sensibilità nelle dita, per cui gli era facile intuire
il corretto asse di trazione lungo il quale far forza per estrarre
il dente, riducendo quindi al minimo la sofferenza del paziente.
A questo si aggiunga che ogni mattina esercitava la muscolatura
delle mani con una mazza ferrata pesante parecchi chili, il che
gli garantiva una presa talmente forte che per lo più riusciva
ad estrarre i denti già mentre li palpava con le dita,
senza dover pertanto ricorrere alle pinze, la cui sola vista sappiamo
quanto terrorizzi i pazienti, irrigidendone la muscolatura ed
ingigantendone perciò il dolore. Questa sua capacità
di quasi eliminare il dolore dell’estrazione dentaria fece
accorrere da lui grosse personalità, tanto che ricevette
fotografie con dedica dal poeta Giosuè Carducci; dal drammaturgo
Pietro Cossa; dallo scultore Giulio Monteverde; dai ministri Quintino
Sella, Michele Coppino e Ruggero Bonghi; dall’ammiraglio
Ferdinando Acton: da Menotti, il figlio primogenito di Anita e
Garibaldi: da donna Laura Minghetti; da Eugenia la principessa
ereditaria di Svezia e Norvegia; dall’attore Cesare Rossi
e dalle cantanti Adelina Patti e Stella Bonheur: e da una serie
di altri personaggi allora celebri. Venne perfino chiamato sia
alla Corte Sabauda, dove curò la Regina Madre, Margherita
di Savoia, che a quella Pontificia, dove tolse l’ultimo
dente a Leone XIII, ormai vegliardo. Terzo fondamentale motivo
del prodigioso impegno lavorativo di fra Orsenigo fu la peculiare
visione che ebbe del suo rapporto con i pazienti, che non gli
faceva mai sentir stanchezza nelle ore senza fine che spendeva
per loro. Era la medesima visione del suo fondatore san Giovanni
di Dio, promotore di Ospedali dove il malato venga trattato non
solo con giustizia, riconoscendogli diritti pari ai nostri e uguale
dignità, ma dove soprattutto venga trattato con amore e
venerazione, considerando che la sofferenza rende più viva
in lui la presenza mistica di Cristo. II vero primato di fra Orsenigo
fu perciò d’aver saputo recepire fino in fondo la
visione del suo fondatore e d’avervi saputo corrispondere
con grande generosità: quando infatti nei malati ci sforziamo
di vedervi misticamente presente Cristo, nessuna attenzione ci
sembrerà eccessiva nel prenderci cura dei loro bisogni.
Una prova di questa sua forte motivazione ulteriore emerge sfogliando
il fascicolo personale di fra Orsenigo. Vi troviamo l’originale
della Professione di Voti Semplici emessa nella Chiesa di San
Giovanni Galibita durante la Santa Messa delle 11 del mattino
del 9 agosto 1868, ma in più vi troviamo una sua dichiarazione
giurata, letta e firmata quello stesso giorno alle 8 del mattino
nello studio del padre Generale, con la quale egli s’impegnava
a vivere con rigore i suoi Voti, senza mai indulgere a compromessi
o mitigazioni che altri talora ritenevano giustificato adottare
per l’asprezza dei tempi ed il clima politico apertamente
ostile alla Vita Religiosa; in particolare egli s’impegnava
a rispettare alla lettera il Voto di Povertà, nulla cercando
di trattenere per se stesso. In effetti, risulta che fra Orsenigo
mai usò per se stesso le offerte che spesso gli lasciavano
i pazienti, ma le consegnava al Superiore, che con esse istituì
un apposito fondo da utilizzare per la celebrazione della festa
della Madonna del Buon Consiglio e per costruire a Nettuno un
Ospedale che portasse tale titolo a mariano. Con fra Orsenigo
si rinverdì una tradizione dentistica che trovò
continuatori sia in altri Ospedali dei Fatebenefratelli, sia a
Roma stessa, dove ne emulò la fama fra Stanislao Onori
(1877-1966), del quale nel 1962 lo scultore Attilio Ragni volle
eternare il ricordo effigiandolo in due bassorilievi in marmo
collocati all’Isola Tiberina. Di fra Orsenigo abbiamo invece
all’Isola Tiberina un ritratto ad olio, eseguito nel 2003
dal pittore filippino Eladio Santos. Vi è effigialo mentre
stringe nella destra il crocifisso, in cui trovava ispirazione
per dedicarsi ore ed ore ai suoi pazienti. E sulla parete si vede
copia del quadro della Madonna del Buon Consiglio venerato nella
Cappella dell’Ospedale che fra Orsenigo eresse in onore
di Lei a Nettuno. Nel drappeggio si staglia invece un blasone,
ottenuto sovrapponendo allo stemma comunale di Cesena la melagrana
che è l’emblema dei Fatebenefratelli: è un
modo per ricordare che costoro in segno di stima lo insignirono
del titolo di Priore onorario del loro antico Ospedale di Cesena.
Silvio Castagna
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