La
Goccia di Gentilezza
Febbraio 2008
Essere gentile con chi è a contatto
del pubblico dovrebbe essere connaturato nella tipologia del lavoro
in se. Sempre più spesso si incontrano impiegati o funzionari,
soprattutto pubblici in verità, che trascurano questa componente
essenziale del lavoro che deve essere dedita al servizio di chi,
per lontana origine, è poi stipendiato dallo stato.. che
poi lo stato sono i cittadini, quindi un fondo di verità
c’è nel detto : “Io ti stipendio anche se non
direttamente”; Oppure :”noi ti eleggiamo e tu fai
il bene comune, perché rappresenti tutti!”. Ma anche
volendo tralasciare questa semplicistica deduzione, la ragione
vuole che un servizio sbrigativo, spesso evasivo e, a volte, una
scorbutica risposta non favorisce il dialogo e la serenità
del cittadino, a cui rimane lo strascico dubbio sulle capacità
professionali perché ormai quelle umane sono quasi compromesse.
Ci vuole poco, se una cosa non si conosce basta dire “non
lo so, mi informo e le farò sapere, oppure si rivolga al
mio collega , collaboratore, oppure..”. Se poi il tutto
è condito da un sorriso, è fatta. Pur non rispondendo
alle attese, si è accesa una speranza e non si sono lasciati
aleggiare dubbi, sospetti, malumori che non giovano a nessuno.
Ancor peggio.. menar il can per l’aia con altre domande
o fuorviare.. senza fine e astrazioni. Bisogna essere concreti,
stemperare eventualmente gli eventuali dubbi, semplicità
e gentilezza e, come amministratori e dipendenti pubblici, convincerci
che un sorriso ci fa superare la spessa coltre di vari aspetti
burocratici in cui spesso ci imbattiamo e che spesso a qualcuno
fa comodo anche nascondersi o annidarsi. Scusate se posso aver
dato questa impressione forse, ma il mio atteggiamento deve e
sarà sempre questo.
Un consigliere comunale
di Merone
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