A
70 anni dalla morte di papa Ratti
Febbraio 2009

Il 10 febbraio 1939 moriva Pio XI, papa
Achille Ratti. A settant’anni dalla sua morte gli storici
stanno riscoprendo in lui un grande papa. Un papa che ha saputo
tenere il timone della Chiesa sempre ben saldo nonostante i tanti
problemi di quegli anni, quali il regime fascista, il nazismo,
la guerra civile spagnola e la questione messicana. Papa Ratti
è il papa di casa nostra, il papa brianzolo (nato a Desio
il 31 maggio 1857), il papa di Rogeno e Merone. Nei primi anni
della sua esistenza, Achille Ratti mantenne molti legami con i
paesi di Rogeno e di Merone. I suoi genitori erano originari della
frazione Ceppetto di Rogeno: Francesco Ratti e Teresa Galli, infatti,
si trasferirono a Desio due o tre mesi prima che nascesse Ambrogio
Damiano Achille, il futuro Pio XI. A Rogeno sono sepolti il papà,
la mamma, la sorella Camilla e il fratello Edoardo. Presso la
tomba dei suoi cari Achille Ratti si recava quasi settimanalmente
. Nei fine settimana , impegni di apostolato permettendo, arrivava
in treno da Milano. Scendeva alla stazione di Merone, dove c’era
sempre qualcuno ad attenderlo e lo accompagnava a Rogeno. Quando
poi suo cugino don Rodolfo Ratti divenne parroco di Moiana-Merone
(1902-1913) si fermava a dormire nella sua canonica. Nel “Liber
Chronicus” della parrocchia di Merone, don Erminio Casati
annotava il 6 febbraio 1922 in occasione dell’elezione al
soglio pontificio del card. Achille Ratti: “A Merone il
nuovo pontefice ebbe occasione di recarsi di frequente per intrattenersi
con l’affezionato suo don Rodolfo Ratti, che divenne poi
prevosto di Asso”. “Solitamente – scriveva don
Casati – qui giungeva da Milano nel pomeriggio, dopo aver
atteso colla sua nota ed esatta diligenza, alle proprie occupazioni.
Nella casa parrocchiale trovava sempre preparata la sua stanza,
che dai familiari era detta “la stanza di don Achille”.
Al mattino, al primo treno ritornava alla città….
Non mancò di celebrare qualche rara volta anche nella nostra
chiesa”. A Merone vivevano anche dei parenti di Achille
Ratti. Sempre nel Liber Chronicus don Casati annotava: “Il
nostro paese ha anche l’onore di avere parenti del papa.
Nell’antica famiglia Mauri di Moiana ( prestinai) vi fu
una Ratti Antonia di Rogeno della famiglia paterna di Pio XI,
che fu sposata da un Mauri Pasquale il 7 settembre 1810”.
La famiglia Mauri mantenne sempre rapporti stretti con la famiglia
Ratti e con Achille soprattutto quando era ospite di don Rodolfo.
Questo legame continuò anche quando Achille Ratti divenne
papa.
C’è un aneddoto che conferma come papa Pio XI non
abbia mai dimenticato i fine settimana trascorsi a Merone. Il
7 luglio 1933, parlando con alcuni pellegrini di Merone, giunti
a Roma per il Giubileo della Redenzione, il papa ricordò
il giorno (17 settembre 1905) in cui vennero benedette le campane
della chiesa parrocchiale e chiese se il loro suono festoso fosse
restato immutato nel tempo . Come Arcivescovo di Milano, il card.
Ratti seguiva con attenzione e sollecitudine la vita parrocchiale
di Moiana-Merone. Resta a conferma una lettera in data 8 novembre
1921, indirizzata di proprio pugno all’allora parroco don
Erminio Casati per le sante Missioni. Quando era a Merone, non
mancava di fare una capatina a Rogeno dai parenti. Nei pochi mesi
in cui fu vescovo di Milano (marzo 1921 – gennaio 1922),
prima di essere eletto papa, si recava, appena gli era possibile,
a Rogeno per celebrare la messa in suffragio dei suoi genitori
e voleva che assistessero anche i parroci del circondario. Era
molto affezionato alla mamma e al papà, tanto è
vero che negli ultimi giorni di gennaio, poche ore prima di partire
per il conclave che lo avrebbe eletto al soglio pontificio, il
card. Ratti si recò a Rogeno sulla loro tomba. Ai parrocchiani
accorsi per salutarlo, disse: “Sono venuto a pregare e a
salutare i miei cari. Forse sarà per l’ultima volta”.
E fu veramente l’ultima volta. Sulla facciata della casa
abitata da Francesco e Teresa Ratti esiste ancora oggi una lapide
commemorativa. Oltre a Rogeno e Merone, un altro paese dell’hinterland
erbese ha visto Achille Ratti come suo cittadino per alcuni periodi
dell’anno: Asso. Ad Asso, infatti, era parroco suo zio don
Damiano Ratti (1860-1891), presso cui Achille, da seminarista
prima e da giovane prete poi, passava le vacanze estive. Nel 1913
divenne prevosto di Asso suo cugino don Rodolfo Ratti, già
parroco di Merone. Con don Rodolfo, Achille ebbe sempre un ottimo
rapporto di fiducia e di stima, tanto che, divenuto papa, lo nominò
prelato domestico e monsignore, concedendo in perpetuo questo
titolo a tutti i futuri prevosti di Asso. Fu ad Asso che iniziò
ad effettuare le prime escursioni alpinistiche sul San Primo,al
Palanzone, alla Grigna per passare poi a vette più impegnative
quali il Rosa, il Cervino e il Monte Bianco.
E.V
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