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Turismo: ultima spiaggia

Febbraio 2009
di Paola Sandionigi

E almeno non lasciateci i rifiuti. Non caricate sulle spalle dei residenti i costi per lo smaltimento dell’immondizia. Se vi portate tutto da casa, dal panino alla bibita e pure le caramelle, abbiate almeno l‘accortezza di riportarvi indietro i vostri rifiuti.
Si fa presto a parlare di turismo, a creare chissà quali aspettative in occasione di Expo 2015, dimenticando che mancano ancora sei anni. Dimenticando che il lecchese ha bisogno di qualità non di quantità. Delle invasioni del week-end non se ne fa nulla nessuno. Non interessano gli arrivi in massa di chi prende d’assalto parchi e spiagge con tanto di frigor portatile colmo di ogni ben di Dio, chiaramente comprato altrove. Invadono, sporcano e si lamentano che non trovano posteggio o che lo devono pagare.
E sia chiaro non stiamo sollevando nessuna critica, anzi se di critica si vuole parlare questa va alle Amministrazioni comunali, agli enti preposti, che troppo spesso si sono persi in lunghi discorsi mai concretizzati. Fiumi di parole sui massimi sistemi, su come organizzare itinerari tra natura e cultura che a ben pochi interessano, per trovarsi alla fine con un pugno di mosche, e tutti quei verbali di serate infinite da portare al macero.
Abbiamo bisogno di turismo d’èlite. Non ci sono scuse che reggano, non è più il tempo di girare attorno alla questione. Senza la qualità non si farà mai nulla. E ben poco si porterà avanti senza i privati.
Como ce l’ha fatta, ma si è pure rimboccata le maniche: sono sorti gruppi privati di imprenditori, come “Como turistica” famosissima per la Città dei balocchi. Poi loro hanno avuto pure la fortuna di trovarsi con George Clooney come vicino di casa, ma soprattutto “involontario” testimonial mondiale che del lago di Como ha parlato ovunque.
Nel nostro piccolo potremmo fare molto, abbiamo un bel lago. A Bosisio la passeggiata è il fiore all’occhiello, peccato che negli altri paesi arranca. C’è il battello, che potrebbe essere incentivato, quel Vago Eupili potrebbe solcare le acque anche durante la settimana e non solo nei festivi.
Ci sono le manifestazioni però non si riesce a creare un calendario in sinergia, come sempre le feste sono concentrate in un solo periodo, poi scende il gelo.
Ben vengano le serate danzanti, le sagre paesane, ma oggi più che mai serve la qualità, una kermesse che sappia unire e abbattere i campanilismi, che nasca da un’azione sinergica tra privati ed enti pubblici. E non scandalizziamoci se la finalità è quella del guadagno: è giusto che sia così. Il turismo deve fare il salto di qualità, deve diventare impresa a tutti gli effetti, deve svecchiarsi e cambiare d’abito.

Paola Sandionigi

 
 
 
       

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