L’Unicef
e i bambini del mondo
Febbraio 2009
Dall’emergenza acqua di Gaza, ai bambini
soldato impiegati nelle guerre, passando per le sevizie imposte
a tante bimbe africane spesso merce di scambio, per arrivare alle
città evolute dove ci sono bambini che hanno tutto tranne
il rispetto degli adulti. Bambini che vengono violentati e picchiati.
Nei giorni scorsi il direttore generale dell’Unicef Italia
Roberto Salvan ha tracciato il quadro della situazione generale.
<<Siamo nati sessant’anni fa, dopo la seconda guerra
mondiale – ha ricordato Salvan – di strada ne abbiamo
fatta ma c’è ancora molto da mettere a punto. Oggi
l’emergenza è nel terzo mondo dove la mortalità
infantile è ancora altissima, batti pensare che una donna
scandinava rischia di morire di parto una volta su 17mila, mentre
un’africana una volta su otto>>.
Le due facce del mondo. Da un lato i Paesi evoluti che però
devono fare i conti con emergenze diverse come la perdita dei
valori, dei ragazzi che crescono spesso senza un obiettivo, senza
un’ideale. Basti pensare agli ultimi episodi di violenza
perpetrati da degli adolescenti contro extracomunitari, come l’indiano
incendiato per strada. Dall’altro il Terzo mondo che muore
di fame e di sete, dove l’igiene non si sa cosa sia e l’educazione
scolastica non è contemplata.
<<Mancano i vaccini. Come Unicef abbiamo il simbolo della
Pigotta, la bambola di stoffa che ci aiuta a raccogliere fondi
per i vaccini>>. Ha ricordato Salvan.
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