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I fattori di rischio cardiovascolare

del Dott. Edoardo Molteni (Medico di Medicina Generale, Distretto di Bosisio Parini)
Gennaio 2005

La malattia cardiaca è la causa più frequente di morte in Italia e nel mondo: solo gli Stati Uniti sono responsabili di più di 1 milione di decessi ogni anno. Di queste "morti cardiovascolari" circa la metà è direttamente connessa alla coronaropatia (infarto del miocardio), mentre il 20% è dovuta a ictus.
La prima definizione specifica dei fattori di rischio cardiovascolare viene fatta negli anni sessanta con i risultati iniziali del Framingham Heart Study; da questo momento in poi si inizia a considerare il fattore di rischio come una caratteristica specifica di un individuo o di una popolazione, si presenta precocemente nella vita ed è associata ad un aumento di probabilità di sviluppare in futuro la malattia.
Un fattore di rischio può essere un comportamento come il fumo, un tratto ereditario (la storia familiare) o il colesterolo; logicamente per essere considerato causale deve sempre precedere la comparsa della patologia. Una volta identificato il rischio va rimosso utilizzando strumenti che vanno dalla modificazione degli stili di vita al trattamento farmacologico.
Dobbiamo tener ben presente che la contemporanea presenza di più fattori-rischio in una stessa persona fa si che il rischio complessivo sia più alto della somma degli stessi: infatti i fattori agiscono sinergicamente potenziandosi l'un l'altro. Questo concetto che va sotto il termine di rischio cardiovascolare globale è una grande conquista degli studi degli ultimi decenni.
I fattori di rischio cardiovascolare li possiamo distinguere in Modificabili (ipercolesterolemia, pressione arteriosa, obesità e fumo) e Non Modificabili (età, familiarità, eventi cardiovascolari, diabete). Nella grande maggioranza dei soggetti che vanno incontro ad un evento vascolare come un infarto del miocardio o un ictus celebrale ischemico sono presenti fattori di rischio noti e misurabili.
Così anche se solo un quarto di quanti si ammaleranno di un infarto del miocardio avrà sofferto in precedenza di sintomi connessi con tale malattia, oltre il 90% avrà presentato fattori di rischio cardiovascolare. La prevenzione primaria, cioè la rimozione dei fattori di rischio cardiovascolare prima di un infarto o di un ictus, pertanto è fondamentale; essa assume un ruolo più importante rispetto al passato grazie alla stima del rischio globale e della possibilità di individuare precocemente e trattare tutti i soggetti.
Le malattie cardiovascolari, ricordo ancora, sono la prima causa di morte in Italia: il 44% dei decessi registrati nel nostro Paese negli ultimi anni è causato da tali patologie. Purtroppo non tutti ancora sanno che i principali fattori di rischio accertati sono proprio legati agli stili di vita non adeguati: fumo di tabacco, ridotta attività fisica, elevati livelli di colesterolemia e di pressione arteriosa in parte attribuibili ad una alimentazione non corretta. La promozione stili di vita salutari attraverso iniziative di informazione, educazione e prevenzione è un efficace strumento per contrastare tali malattie e tutelare la salute del cuore.
Buona salute a tutti !

 
 
 
       

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