I
“tremori” della Lombardia
di Luca Ottenziali
Gennaio 2005
I terremoti suscitano storicamente e giustamente
apprensione presso le popolazioni interessate. Ricordiamoci però
che l'ultimo terremoto che ha interessato il bresciano la notte
fra il 24 ed il 25 novembre 2004 si è verificato in un'area
non nuova ad eventi di tal genere.
Per quanto riguarda la Lombardia, la zona occidentale del Garda,
particolarmente nelle adiacenze della “Linea delle Giudicarie”,
presenta una particolare sensibilità nei confronti dei
sismi legata ad alcuni aspetti geologico-strutturali costituiti
da una “ferita” nella crosta terrestre che percorre
la Val Sabbia dalla pianura verso Nord. La frattura passa per
Gavardo, Sabbio Chiese, percorre l'asse del Lago d'Idro, si prolunga
verso Condino in Trentino, prosegue per Tione, Madonna di Campiglio
e si unisce a Malé con l'altra frattura della Linea Insubrica
che proviene dalla Valtellina, prosegue in Alto Adige e nel territorio
austriaco fino alle Dinaridi. La regione benacense risulta pertanto
la zona a sismicità più elevata delle Alpi centrali
e rappresenta il margine occidentale della fascia sismica pedemontana
veneta.
La zona è infatti stata interressata già in epoca
medioevale e moderna da terremoti di gran lunga più forti
di quelli che hanno colpito il resto della Lombardia. E' il caso
del terremoto del 1117, in cui l'area più colpita è
risultata la zona veronese, quello del 1222, conosciuto come il
terremoto di Brescia, che venne localizzato nel settore meridionale
del
Garda, di un'altra serie di sismi minori fino a quello del 1901,
in cui fu distrutta una buona parte della cittadina di Salò.
Che esista un legame più complesso legato all'ultimo terremoto
delle 23.59 del 24 novembre 2004 che ha colpito Salò e
le aree adiacenti con una intensità di 5,2 gradi della
scala Richter, viene evidenziato dal fatto che alle 7,21 del 25
novembre in pieno Adriatico si è manifestato un ulteriore
sisma fra Ancona e Pescara con intensità 4,8 Richter.
Secondo i geologi strutturali la pressione esercitata dalla zolla
africana in direzione dei Balcani avrebbe stretto in una morsa
la microplacca adriatica che avrebbe, con un effetto domino, scaricato
energie in direzione Nord Ovest e tangenzialmente nell'area del
Garda.
La zona orientale della Lombardia è pertanto stata classificata
sismica e, come tale, le costruzioni sono state realizzate nel
secolo scorso secondo criteri antisismici che hanno abbondantemente
contenuto i danni alle persone ed alle cose, perlomeno nelle porzioni
di edificato più recenti dei centri storici medioevali
e post medioevali.
Dalla primavera del 2004 è stata approvata una nuova normativa
sismica che individua sul territorio nazionale quattro classi
di sismicità. La prima classe è quella più
critica che interessa le aree meridionali particolarmente interessate
da terremoti. Il territorio lombardo, tutto classificato sismico,
presenta evidentemente gradi di sismicità differente. Le
aree ad alto e medio rischio di classe 2 e 3 riguardano diversi
comuni posti in provincia di Brescia, Bergamo, Cremona e Pavia.
La classe 4 a basso rischio interessa invece il resto del territorio.
Nelle due classi più critiche la normativa prevede che
nella progettazione di edifici ed opere infrastrutturali si tenga
conto degli effetti di amplificazione sismica dati dalla natura
dei terreni e delle rocce in modo da realizzare strutture in grado
di sopportare gli effetti delle scosse. I controlli vengono effettuati
nella fase di approvazione dei Piani Regolatori comunali e, a
campione, nella valutazione dei progetti di richiesta di licenza
edilizia. Di certo si è potuto constatare che un evento
di magnitudo 5,2 come quello recente del Garda, su edifici costruiti
senza criteri antisismici avrebbe provocato danni ben maggiori
alla pubblica incolumità.
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