Lettera
al direttore
Gennaio 2006
Caro direttore,
nessuno sostiene che la pace sia un monopolio di pochi. La pace
è, o almeno dovrebbe essere, un patrimonio dell’umanità
intera. Naturalmente, nessuno può arrogarsene l’esclusiva.
Tuttavia, si può far notare che, mentre qualcuno la pace
cerca di difenderla, magari con mezzi che possono non essere pienamente
condivisibili, ma che spesso rappresentano l’unico modo
per suscitare una riflessione non banale nell’opinione pubblica,
qualcun altro mette il nostro pianeta nella perenne condizione
di non poterne godere. Scatenando una guerra infinita che raggiunge
il solo obiettivo di destabilizzare un’area geopolitica
già di per sé martoriata dalla storia recente e
meno recente, si difende la pace o si alimenta la spirale guerra-terrorismo?
A
meno che non si consideri democratico un Afghanistan per l’80%
in mano ai signori della guerra (esattamente quelli che l’hanno
“governato” nei decenni precedenti, quando i Talebani
facevano comodo all’occidente perché combattevano
i cattivoni sovietici), oppure un Iraq diviso per etnie e religioni,
dove il progresso, se necessario, si avvale anche del napalm e
del fosforo bianco. Certo, i nostri argomenti saranno anche triti
e ritriti. Effettivamente, anche noi siamo stanchi di dire le
stesse cose da anni. Ma continuiamo a dirle per la semplice ragione,
che le politiche imperialiste degli Stati Uniti e dei loro alleati
si perpetuano immutabilmente. Tuttavia, non è nostra intenzione
fare dietrologie. Se proprio dovessimo farle, potremmo far notare
che, ferma restando l’importanza dell’intervento americano
nella Seconda Guerra Mondiale, il paese che pagò il tributo
più alto in termini di uomini, mezzi e risorse fu l’Unione
Sovietica. Gran parte degli storici, appartenenti alle più
svariate scuole di pensiero, ammette ormai che il punto di svolta
di quella lunga e devastante guerra fu la battaglia di Stalingrado.
Sappiamo invece, senza doverlo chiedere a nessuno, che la democrazia
in Italia fu assicurata da una lunga ed estenuante lotta di liberazione,
una lotta di popolo condotta contro l’occupazione nazifascista.
Una lotta del popolo italiano. Continuando con le dietrologie,
a proposito dei “…regimi dittatoriali degli Stati
dove la democrazia è imposta e non vissuta…”
ci verrebbe spontaneo pensare subito a Cile e Argentina…
Forse i paladini della democrazia a stelle e strisce possono spiegarci
qualcosa? Scusateci se siamo ancora triti e ritriti… Ma
naturalmente concordiamo con voi che il discorso rischierebbe
di farsi davvero troppo lungo. Entrare nel merito di tutte le
questioni trattate richiederebbe uno spazio molto più ampio.
A proposito dei kamikaze, ad esempio, aldilà della loro
mancanza di cultura, si potrebbero analizzare le quotidiane condizioni
di vita che spingono un sedicenne palestinese a farsi esplodere
su un autobus nel centro di Gerusalemme. Chi ha visto genitori,
fratelli o amici assassinati dall’esercito israeliano, chi
è cresciuto all’ombra dei carri armati, chi vive
ogni giorno l’umiliazione e gli stenti di un’occupazione
brutale e illegale, è ben difficile che conosca altro linguaggio
che non quello del terrore. Concludendo, vorremmo dire all’autore
misterioso che anche noi notiamo con dispiacere, che il vizio
di predicare dal pulpito del pensiero unico è duro a morire.
Non è mai il caso di chiedersi il perché dei fatti,
sempre bisogna accettare lo stato delle cose e difendere a spada
tratta l’esistente. Riteniamo troppo facile ripetere con
pochi argomenti (triti e ritriti anche quelli) che il nostro modo
di vivere è il migliore di quelli possibili, e chi comanda
va solo ringraziato. Per noi è più soddisfacente
cercare altrove, anche nei bignami del marxismo, se necessario,
riflessioni utili a darci delle risposte alla domanda che porgevamo
con la precedente lettera, e a cui non avete risposto: negli ultimi
tempi, il mondo ha fatto davvero dei passi avanti sulla strada
della pace, dell’uguaglianza, della democrazia, della libertà?
Prendiamo così atto che abbiamo opinioni radicalmente diverse
dalle vostre e vi ringraziamo per averci ospitati nelle vostre
pagine.
Luca Barlascini, Roberto Pennati,
Michele Isella, Sabrina Frigerio
P.S.: caro autore misterioso, ti ringraziamo
per la bella preghiera Cherokee, che hai inserito in fondo all’articolo.
Ma ci sapresti dire chi ha spodestato dalla sua terra, sterminato
e rinchiuso in riserve questo popolo millenario? Forse l’Armata
Rossa?
Cari Barlascini, Pennati, Isella e Frigerio,
in considerazione del fatto che il direttore
ha ritenuto chiuso il discorso sulle vostre affermazioni rispondo
alla domanda: se penso ai totalitarismi, alle pazzie ideologiche
e alle guerre del ‘900 in Europa, Asia e Sud America, credo
fermamente di sì (abbiamo più libertà, più
uguaglianza, più pace e più democrazia); se guardo
all’Africa, alla Cina, al Medio Oriente e alla Cuba di oggi
una profonda tristezza mi scende in fondo al cuore. Per quanto
riguarda il P. S. ricordo che “chi ha spodestato dalla sua
terra, sterminato e rinchiuso in riserve questo popolo millenario”,
sono stati gli Europei dopo che Colombo, genovese di nascita,
aveva scoperto l’America.
Il vostro Autore Misterioso |