
IL
“DON GIOVANNI”
AL LICINIUM DI ERBA
di Giuseppe Fusi
Giugno 2005
Per il tredicesimo anno consecutivo,
l'Accademia dei Licini ha preparato la ricca proposta teatrale
nella stupenda cornice del teatro all'aperto Licinium di Erba.
Quest'anno viene rappresentato il "Don Giovanni" di
Moliere, un classico della tradizione letteraria, nella libera
traduzione del regista e drammaturgo Gianlorenzo Brambilla.
Dieci le serate previste (la "prima" l'1 luglio, alla
quale seguiranno le rappresentazioni del 2, 8 , 9 , 15 , 16 ,
22 , 23 , 29 , 30 luglio) che vedranno protagonisti attori professionisti
e comparse locali.
Perché mettere in scena Don Giovanni, oggi? "Forse
basterebbe cavarsela dicendo che Don Giovanni è un autentico
capolavoro del teatro di tutti i tempi e che il suo personaggio
è divenuto un archetipo assoluto della cultura del pensiero
occidentale, fino ad accedere alla ristretta cerchia dei miti
- spiega il regista Brambilla -. Offre diverse situazioni dai
risvolti esplicitamente comici: valga tra tutte il secondo atto,
dove i personaggi danno vita a una scena popolare tra le più
divertenti di tutta la commedia, e dove, nella scelta del linguaggio,
abbiamo usato una particolare attenzione lessicale, privilegiando
la strategia drammaturgica alla questione filologica. Al centro
del capolavoro di Molière non ci sono il sesso e l'erotismo,
ma un grande dialogo filosofico sull'esistenza di Dio. Don Giovanni
e Sganarello si pongono le domande fondamentali del genere umano:
chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Da grande uomo di teatro,
Molière ha avuto la felice intuizione di appoggiare questo
dialogo su una duplice invenzione che ne vivifica l'opera, sorreggendone
la straordinaria modernità.
Innanzi tutto, c'è la grande idea di fare di Don Giovanni
e Sganarello una coppia assolutamente complementare. Come già
furono Don Chisciotte e Sancio Panza, Don Giovanni e Sganarello
sono due personaggi che non potrebbero vivere (soprattutto sul
palcoscenico) separatamente. Non c'è alcun primato teatrale
di uno sull'altro, ma neppure alcuna sovrapposizione. L'esistenza
di uno non potrebbe essere senza la presenza dell'altro".
L'altra invenzione è la figura enigmatica di Don Giovanni:
"un personaggio che, non a caso, i grandi attori di teatro,
inseguono e temono - aggiunge Brambilla -. Don Giovanni contiene
in sé un enorme paradosso: da una parte, bisogna che l'interprete
prenda posizione su di lui; dall'altra, bisogna saper farlo risuonare
nella coscienza di tutti gli spettatori. Un uomo solitario, protagonista
di ogni eccesso, un profanatore del sacro che viola il limite
imposto ai vivi, che turba la pace dei morti e rifiuta il perdono
che gli viene offerto. Un prototipo di quello che due secoli dopo
sarebbe stato chiamato "libero pensatore". Anche per
questo Don Giovanni sfugge inesorabilmente a ogni definizione;
e, in realtà, la commedia di Molière è molto
lontana dal diffuso luogo comune definito dongiovannismo. Attraverso
un acrobatico percorso in cui le azioni della vita si contaminano
con la fissità pietrificata della morte, si percepisce
un finale che incombe drammatico e preannuncia, tra ammonimenti
morali e inquietanti presenze, una conclusione dagli oscuri profili
gotici, che, pur nella tragicità dell'epilogo, non sa rinunciare
a colori dalle tinte grottesche. Il comico si mescola con il tragico,
il fisico al metafisico, l'immanente al trascendente".
Occorre quindi semplicemente lasciarsi condurre nel divenire dalla
storia per farsi mettere alla prova da questa straordinaria raffigurazione
del nostro inconscio, che, nonostante i suoi quasi trecentocinquant'anni
di età, continua a interrogarci con le sue indecifrabili
sfaccettature e con la sua inafferrabile personalità.
Alcune informazioni sulla rappresentazione: biglietti Interi
Euro 18, Ridotti Euro 12, Ingresso gratuito fino ad anni 12
PREVENDITE
Dal 28 giugno: dal martedì al sabato: ErbaLibri (corso
XXV Aprile, 45 - Erba) - Libreria Colombre (via Plinio, 27 - Erba)
Libreria di via Volta (via Volta, 28 - Erba)
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