
di Antonio Isacco
Giugno 2005
“L'ORATORIO”
Gli oratori sono diventati più forti,
ma non tutti se ne sono accorti. Venne emanata una legge dalla
Regione Lombardia nella quale gli oratori sono stati riconosciuti
nella loro funzione di erogatori di servizi e "prossimi"
alla popolazione. Gli oratori della Lombardia sono le "filiali"
operative delle diocesi lombarde; offrono sport, assistenza sociale,
cultura a circa un milione di ragazzi coinvolti e in più
ci sono centomila fra animatori e volontari. Sono un'attività
di servizio che risponde alla domanda di supporti concreti per
"vivere" le città e i paesi.
Oltre allo svago gli oratori si impegnano nel sociale facendo
doposcuola, visitando a casa gli anziani, trovando un posto di
lavoro per gli immigrati. Quando si ha bisogno di una colf extracomunitaria
o italiana si pensa subito al parroco e all'assistente sociale
che lavora all'oratorio.
Si raccolgono la carta e gli stracci; sono venduti per finanziare
progetti concreti in Italia e nel mondo. Si organizzano feste
di Carnevale, vacanze per bambini, giovani e anziani. L'oratorio
è il braccio operativo della parrocchia e offre in modo
integrato sia i "principi di fede" che attengono alla
sfera dell'evangelizzazione sia i "servizi di fede"
che attengono alla dimensione dello sport, dell'assistenza alle
fasce fragili, della cultura, dell'occupazione.
Un tempo, in modo un po' canzonatorio, alcuni ragazzi venivano
chiamati "quelli dell'oratorio" quasi fossero un po'
fuori dal mondo, un po' bigotti e un po' residuali. Non era vero
allora e non è vero oggi, considerando che gli oratori
danno dinamismo sociale ed educativo, aiutando spesso i quartieri
e anche i piccoli comuni. Gli oratori, intesi come organizzazioni
che perseguono fini non economici, devono avere un supporto gestionale
e una consistenza operativa per dare segno della propria azione.
Offrendo servizi in coerenza con i valori di fede che restano
la ragione prima della loro esistenza.
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