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Lettera da "Manitese"

Giugno 2006

Gentile Direttore,
sentiamo il bisogno di scriverle queste righe in relazione alla lettera apparsa nel numero di aprile de La Goccia Briantea, nella quale una lettrice affermava che a suo parere la bandiera della pace “è diventata anche un simbolo di partito” e che “la legge non permette l’esposizione di vessilli di movimenti a fianco delle bandiere istituzionali”.In relazione alla prima delle citate affermazioni vorremmo sottolineare che la bandiera arcobaleno della pace è stata introdotta in Italia dal filosofo pacifista Aldo Capitini nella marcia della pace Perugia – Assisi del 1961 e da allora è sempre stata utilizzata come simbolo dal movimento pacifista italiano. E’ possibile che vari partiti politici abbiano a più riprese tentato di farne un uso strumentale ed elettorale; queste operazioni vanno biasimate, ma non bisogna dimenticare che la bandiera della pace ha sventolato in tutte edizioni della marcia Perugia-Assisi ed ha continuato a sventolare anche nelle manifestazioni del 1999 contro la guerra in Kossovo (guerra sostenuta dal Governo Dalema, di cui facevano parte anche il partito dei Verdi e i Comunisti Italiani; allora non era raro vedere accanto ad essa una bandiera della Lega Nord, come avvenuto ad es. durante la fiaccolata svoltasi a Lecco e nella quale era presente una nutrita rappresentanza delle “donne padane”). Chi è pacifista rifiuta ogni guerra, non solo quelle volute dai governi di centro-sinistra, non solo quelle volute dai governi di centro-destra, ma anche le altre 40 (o 43 o 45, a seconda delle fonti) di cui non parla nessuno e che ogni giorno insanguinano il nostro pianeta.La campagna “pace da tutti i balconi” che ed invita ad esporre la bandiera della pace da ogni edificio, anche dagli edifici pubblici, è sostenuta da moltissime associazioni, sia laiche che di ispirazione cristiana. Tra esse vorrei ricordare le Acli, l’ACRA, l’Agesci, l’Arci, l’Ass.Botteghe del Mondo, l’Ass.Obiettori Nonviolenti, l’Ass.ONG Italiane, Attac, l’Azione Cattolica, BancaEtica, i Beati i Costruttori di Pace, CEM Mondialità, la Comunità Papa Giovanni XXIII, CTM-Altromercato, Emergency, Emmaus Italia, il Focsiv, la Gioventù Francescana d’Italia, Greenpeace Italia, Legambiente, Libera, Manitese, Medici Senza Frontiere, Missionari Senza Frontiere, Missione Oggi, Movimento Nonviolento, Nigrizia, Pax Christi, Peacelink, Rete di Lilliput, Rete Radiè Resch, Roba dell’Altro Mondo, Tavola della Pace.Ci sembra importante sottolineare questi aspetti, perché così come nessun italiano pensa che il tricolore sia il simbolo dei soli elettori di Forza Italia (che invece ne ha fatto il proprio simbolo di partito), allo stesso modo deve essere chiaro che, al di là di qualsiasi tentativo di strumentalizzazione, la bandiera della pace è e continuerà ad essere il simbolo di chi si vuole opporre alla guerra, a qualsiasi guerra, senza distinzione alcuna. In altre parole la bandiera della pace vuol dire pace e basta, indipendentemente da chi ne faccia uso. Perciò se in qualche modo è passato il messaggio che la bandiera della pace è un simbolo di parte, la responsabilità non è di chi l’ha proposta e adottata come simbolo universale, ma di chi si è rifiutato di accettarla come tale.Rispetto alla legalità dell’esposizione della bandiera della pace, vi è da sottolineare che, nonostante le stupidaggini che sono state dette e scritte (anche da fonti istituzionali), la legge che disciplina la bandiera all’esterno degli edifici pubblici, è la n. 22 del 1998, la quale, al comma 3° dell’art. 2 rimanda ad un regolamento. Questo regolamento è stato emanato il 7 aprile del 2000 (D.P.R. n. 121/2000) e all’art. 12 prevede testualmente che “L’esposizione delle bandiere all’esterno e all’interno delle sedi delle regioni e degli enti locali e’ oggetto dell’autonomia normativa e regolamentare delle rispettive amministrazioni.” La dottrina e la giurisprudenza hanno chiarito in modo pressoché unanime che “L’esposizione della bandiera della pace non può e non deve contrapporsi all’esposizione del tricolore, simbolo dell’unità nazionale e di una nazione che della pace ha fatto uno dei principi – base della propria carta costituzionale” (Così Roberto Maria Corso su Italia Oggi, del 14 febbraio 2003). L’unica possibile limitazione all’uso della bandiera della pace all’esterno di edifici pubblici, può derivare eventualmente da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM del 14 aprile 2006) il quale prevede (all’art. 32, comma 2°) che “sugli edifici pubblici possono essere esposte esclusivamente la bandiera nazionale e quella europea, nonché quelle dei rispettivi Enti territoriali o locali”. Questa disposizione, come ogni altra del citato provvedimento, trova applicazione (per espressa previsione dell’art. 1 dell’atto in parola) solo con riferimento ai protocolli “che regolano le cerimonie d’iniziativa dello Stato, delle Regioni, degli enti locali e di ogni altra autorità pubblica, nonché quelle alle quali prende parte il Capo dello Stato ovvero, in forma ufficiale,” i Presidenti delle due Camere, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Corte Costituzionale o i Presidenti emeriti della Repubblica.Alla luce delle considerazioni suesposte deve ritenersi pienamente legittima l’esposizione della bandiera della pace, salvo che in occasioni delle cerimonie suddette.Non dubitando del fatto che il valore della pace sia pienamente condiviso da tutti i cittadini rogenesi, ci permettiamo di invitare l’Amministrazione comunale a compiere alcuni passi ulteriori, aderendo al Coordinamento nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani ed adottando il regolamento previsto dall’art. 12 del D.P.R. 121/2000 al fine di disciplinare con esso l’esposizione della bandiera della pace.RingraziandoVi per lo spazio che vorrete concederci, porgiamo cordiali saluti.

Bulciago, 24 maggio 2006
Assiciazione Mani Tese Onlus
Gruppo di Rogeno - Bulciago

 
 
 
       

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