
http://brianzolitudine.splinder.com
Giugno 2008
Brianza Blue Moon
Quando certe sere mi incontro, solo,
peggio di un Leopardi commiserato,
alzo gli occhi su quel monte sfregiato
- l’aria che profuma d’erbe e giaggiolo -
contemplando il globo lunare in volo
sulla china e tutto sembra mutato,
un istante appena, che toglie il fiato,
luna rutilante sul Cornizzolo
coi ricordi al plenilunio, che muove
dentro il mio pensiero d’ambra e d’argento
perdendosi nella notte, alle nuove
fasi della mente, in quello scontento
del mio dentro dove scarso ci piove
e l’anima pesa come cemento.
Dire che il Cornizzolo è la “montagna brianzola”
può sembrare esagerato, però non è che vi
siano molte alternative, da queste parti. Ci sarebbero forse i
Corni di Canzo, ma sarebbe da stabilire se essi siano in Brianza
oppure no (per me si che lo sono, ma il dibattito è talmente
acceso in merito che preferisco glissare).
Il monte Cornizzolo si fa ben notare ai milanesi con i suoi 1241
metri, soprattutto perchè si trova sulla primissima linea
delle Prealpi lombarde, con quel suo cocuzzolo a punta che lo
fa somigliare lontanamente al Cervino. Il monte Cornizzolo è
famoso tra gli appassionati di deltaplano e parapendio, visto
che presenta un campo di decollo accessibile quasi tutto l’anno,
dove da diversi anni vengono organizzate competizioni sportive
di livello internazionale.
Dalla sua vetta (salirci è oggi impossibile in auto, lo
si deve fare in bicicletta - oppure a piedi, why not?) la vista
della Brianza, di tutti i suoi laghetti e di tutta la pianura
padana è incomparabile, nelle giornate serene. Una esperienza
di vista e di vita che suggerisco davvero a tutti.
E poi devo anche dire che il monte Cornizzolo sintetizza davvero
il meglio e il peggio della brianzolitudine: su un suo fianco
lo sfregio della cava della cementeria di Merone, francamente
inguardabile, su un altro fianco invece il più bel reperto
di romanico lombardo: San Pietro al Monte di Civate.
Alfa e omega dell’estetica umana, sulla medesima cima.
Verso l’imbrunire peraltro le cose cambiano decisamente
in meglio, come testimonia la foto di Marsala Florio. I danni
delle attività antropiche si perdono nel buio della sera
e l’occhio può ancora percepire - su quel monte Cornizzolo/Corniscioeu
- i fasti naturali di un tempo che fu.
|