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a cura di Stefano Ratti
Giugno 2009

L’IMMORTALE

Manji è un giovane “ronin”, un solitario samurai senza padrone. Il ragazzo ha la fortuna di essere immortale e nessuna arma è in grado di ucciderlo. Può essere ferito, squartato, tagliato, fatto a pezzi, ma dopo un po’ torna come nuovo.
Questa incredibile caratteristica è dovuta alla presenza nel suo corpo di uno strano e repellente verme parassita, chiamato kessenchu, che è in grado di rigenerare in tempi rapidissimi i tessuti morti o danneggiati del corpo che lo ospita.
Per espiare la colpa di aver ucciso cento innocenti eseguendo gli ordini del suo ex signore, il giovane samurai fa il voto di uccidere a sua volta mille uomini malvagi.
Nel corso delle sue avventure, Manji si imbatte nella giovane Rin, una ragazza in cerca di vendetta per la propria famiglia assassinata, e si unisce a lei, aiutandola nel suo intento, proteggendola.


La serie de L’IMMORTALE è ambientata in un’epoca storica ben precisa, l’epoca Togkugawa, verso la fine del 1700, in pieno feudalesimo giapponese, tanto che i personaggi fanno sovente riferimento a figure veramente esistite, con un eccezione però, uno spunto (quello dell’immortalità) totalmente inventato che strizza l’occhio anche a chi vuole trovare un po’ di fantasia.
Manji vive le sue vicende lontano da corti imperiali, da shogun e cortigiani, e il suo girovagare è motivo per l’autore per accompagnarci attraverso paesaggi naturali come fiumi, boschi, vallate e piccoli villaggi che sono, alla fine, gli scenari più tragici e perfetti per gli scontri che il nostro eroe sostiene con i suoi nemici.
Fin dal primo colpo d’occhio, questo fumetto, cattura l’attenzione del lettore con il suo stile inconfondibile.
Le tavole realizzate da Hiroaki Samura (che si occupa anche della storia), sono graffianti, come fossero incisioni, che non mancano però di una certa leggerezza e chiarezza. Oltre alle ottime illustrazioni e alle immagini spettacolari, questo fumetto può contare su una trama ben articolata, con protagonisti accattivanti, ma un altro punto di forza di quest’opera risiede nei personaggi secondari. Infatti l’autore ci propone un ricco numero di comprimari caratterizzati, sia psicologicamente che graficamente, con cura e attenzione.
Tramite loro ci vengono resi noti i desideri, le motivazioni, le strategie di alcune delle fazioni in lotta per accrescere il proprio prestigio e la propria influenza, il proprio potere.


Una cosa che è bene subito mettere in chiaro è che il simbolo che il nostro eroe porta sulla schiena, corrisponde al suo nome, Manji (è il simbolo Kanji, che si legge Manji, che è appunto il suo nome) e non è una svastica nazista, ma un simbolo di una ruota di un mulino che simboleggia lo svolgersi di un ciclo eterno come il sorgere e il tramonto del sole.
In definitiva, “L’Immortale” e un fumetto in grado di tenerci sospesi tra combattimenti spettacolari, lotte politiche e momenti di delicata quotidianità con ottimi disegni e una trama avvincente, assolutamente da non perdere.

Stefano Ratti

L’IMMORTALE
Panini Comics
224 pp in b/n
Euro 7.00



 


 

 


 


 















 
 
 
       

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