
Il pozzo di Talete a cura di Lorenzo Buttini
Giugno 2009
CHE COSA E’ LA FILOSOFIA
(Decima parte)
Solo successivamente la religione mutò questo atteggiamento
di ostilità verso la filosofia e si cercò un punto
di raccordo.
Si deve a Clemente Alessandrino la nota concezione della “filosofia
ancella della teologia”, che poi sarà usata, tra
gli altri, da Alberto Magno, per il quale oggetto della filosofia
è tutto ciò che può essere conosciuto, e
dal suo discepolo San Tommaso d’Aquino, il grande organizzatore
della cultura cristiana.
Per San Tommaso, che si rifà ad Aristotele, la filosofia
è soprattutto metafisica, perché è suo compito
dimostrare i “preamboli” della fede in quanto la fede
stessa non può prescindere dalla dimostrazione razionale
delle sue verità; ad esempio non è possibile per
l’uomo credere nelle verità rivelate se prima non
si sa “razionalmente” che Dio esiste. Alla filosofia
compete poi illustrare attraverso delle similitudini le verità
della fede, evidenziare la loro intima coerenza e difenderle contro
ogni attacco.
Per tutto il Medio-Evo la filosofia conserverà tale caratteristica,
restringendo notevolmente il suo campo d’indagine, e anche
nell’età moderna manterrà tali tratti pure
se il confronto non avverrà più con la teologia
quanto con la nuova scienza sperimentale.

La nuova scienza sperimentale, con i suoi successi, non solo fece
subito apparire obsoleta la fisica aristotelica, la c.d. filosofia
naturale, ma la stessa metafisica che ormai sopravviveva mediante
confronti o richiami ai testi classici, specie quelli aristotelici,
e non riusciva ad avere una vitalità sua propria. In altre
parole la metafisica medioevale era rimasta ancorata ad una visione
del mondo sorpassata dalla nuova cultura laica dell’epoca
moderna.
Già in Cartesio possiamo notare una specie di ribellione
contro ogni forma di autoritarismo allorché ne’ “La
ricerca della verità” vuole trovare una strada che
permetta all’ “uomo dabbene,che non ha come suo dovere
l’aver letto tutti i libri o l’aver imparato tutto
quanto viene insegnato nelle scuole” di poter attingere
un sapere che gli possa servire da guida nella vita. Cartesio
poi paragona la filosofia ad un “albero, ove le radici sono
costituite dalla metafisica, il tronco dalla fisica e i rami da
tutte quante le altre scienze”. Egli, al pari di Aristotele,
ingloba nella filosofia tutte le altre scienze, però è
nuovo il metodo che utilizza in quanto lo forma sulla falsariga
della geometria e dell’algebra, soprattutto per quello che
riguarda la scomposizione e la ricomposizione dei problemi.
Sul suo esempio pure Spinoza e Leibniz vedono nella filosofia
uno studio di problemi di natura metafisica, etica e cosmologica,
ma ritengono che tale studio deve essere condotto con un rigoroso
metodo geometrico. Spinoza ne’ “L’etica dimostrata
secondo il metodo geometrico” traccia un sistema di metafisica
costruito sul modello euclideo, mediante assiomi, proposizioni,
teoremi, corollari.
La concezione della filosofia come una forma di sapere ordinato
in maniera sistematica e con la finalità di essere utile
all’uomo trova un suo esempio nell’Empirismo, che
concepisce la filosofia come “critica”. Locke, infatti,
nel suo “Saggio sull’intelletto umano” s’interroga,
al fine di chiarirli, sull’”origine, certezza ed estensione
della conoscenza umana”, mettendo in discussione la validità
di ogni conoscenza basata su idee innate e non dipendente dai
sensi e dall’esperienza.
Pure Bacone si rifà a tale visione della filosofia allorché
opera una distinzione tra “filosofia naturale”, data
dalle scienze sperimentali, “filosofia civile”, cioè
la politica e “filosofia umana”, costituita dalla
logica, dalla psicologia e dall’etica. Bacone, infine, pone
a base di tutte queste forme di filosofia la “filosofia
prima”.
Possiamo legittimamente sostenere che presso questi filosofi il
problema della validità del sapere non concerne tanto la
necessità di ottenere un rigore scientifico quanto mira
a realizzare una filosofia intesa come sapere responsabile verso
la società, cioè la filosofia non vuole semplicemente
identificarsi con la scienza, ma vuole organizzarne il sapere
allo scopo principale di garantire il bene dei singoli e della
collettività.
Come vedremo in seguito tale programma sarà fatto proprio
dall’Illuminismo e, infatti, possiamo notare questa continuità
di vedute tra filosofia empiristica ed illuministica se teniamo
presente quanto diceva d’Alembert nel suo “Discorso
preliminare dell’Enciclopedia” ove lo scibile si struttura
come in Bacone, dove l’arte è concepita come un’attività
basata sull’immaginazione, mentre la storia e la filosofia
come forme di sapere fondate rispettivamente sulla memoria e la
ragione. D’Alembert poi, visto che per lui la filosofia
non solo deve operare un collegamento ed un ordinamento tra le
idee ma ha pure la finalità di comunicare dette idee, finisce
con l’accentuare l’importanza della logica e delle
discipline linguistiche, quali la grammatica e la retorica.
(Continua)
lbuttinifilos@alice.it
|