Sant’Anna,
l’antica chiesa di Bosisio Parini
Luglio 2005
di Luigino Rigamonti
Il Barocco lombardo ha come caratteristica
quella di aver pienamente assorbito la dottrina dettata dal Concilio
di Trento. Carlo Borromeo fu nominato arcivescovo di Milano nel
1565 e subito si diede da fare per migliorare il costume, tanto
del popolo, quanto del clero e usò lo stesso rigore nelle
direttive per la costruzione di nuove chiese, facendo applicare
fedelmente i d ecreti
tridentini: rinuncia al futile e al superfluo, meno virtuosismi
architettonici e maggiore aderenza al vero e al semplice. Come
conseguenza negativa si assiste, in quel periodo, ad un ripetersi
di schemi, applicati sempre nella stessa uguale maniera in tutte
le costruzioni. Anche la chiesa di S. Anna rispecchia fedelmente
gli schemi imposti. L'antica chiesa parrocchiale di S. Anna si
trova nel centro del paese e sorge sopra l'area di una cinquecentesca
cappella. I documenti ci tramandano che verso il 1550 esisteva
una Cappella dedicata alla Madonna delle Grazie e S.ta Elisabetta.
Ampliata la chiesa nel 1642, venne posta sotto la protezione di
S. Anna. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1627 e fu
portata a compimento nel 1643. La chiesa e costituita da un'unica
navata con cappelle laterali. In una di queste cappelle, precisamente
la prima a sinistra entrando nella chiesa era posto il fonte battesimale
in cui fu battezzato Parini. Il battistero, si trova oggi nella
cripta della nuova chiesa parrocchiale. Le cappelle seguenti,
sul lato sinistro erano dedicate alla Beatissima Vergine del Rosario
e a Maria che visita S. Elisabetta. Il lato destro invece vedeva
le cappelle dedicate a Sant'Antonio da Padova, San Francesco e
San Carlo. All'interno dell'aula erano poi sistemati sette sepolcreti
destinati alle famiglie più in vista del paese, mentre
la cappella maggiore era destinata ai loculi dei parroci e dei
chierici. Dalla cappella maggiore si accedeva alla sacrestia,
dove erano situati gli armadi destinati alla custodia dei paramenti
sacri. La chiesa di S. Anna di Bosisio (chiesa vecchia) ha una
capienza di circa 300-350 persone. Rapportato all'epoca si tratta
di una capienza che ci fa desumere che si prevedeva un incremento
della popolazione, sinonimo dell'industriosità e del benessere
dei bosisiesi. Arrivò un momento in cui la chiesa aveva
bisogno di così tanti lavori di manutenzione che sorse
il dubbio tra effettuare il restauro oppure costruire una nuova
parrocchiale. Venne indetto una sorta di referendum e per soli
14 voti si decise per la costruzione di quella che è la
nuova chiesa parrocchiale . A questo punto la ex-parrocchiale
venne per lunghi anni abbandonata. Buona parte delle suppellettili
e degli arredi sacri, ma anche le parti fisse quali i marmi e
i pavimenti, vennero trafugati, o venduti per finanziare la costruzione
della nuova chiesa. Tra le opere sparite possono essere annoverate
un Assunzione di Maria Vergine da far risalire a Gaudenzio Ferrari
e una lunetta da attribuirsi ad Appiani. Venne rubato anche un
altare in marmo rosso e addirittura la pala in rame del campanile,
i fregi della facciata e della scalinata. La chiesa, nel dopo guerra,
venne trasformata in magazzino e all'inizio degli anni ottanta
si arrivò addirittura a metterla in vendita. Nel frattempo
a causa della mancanza di manutenzione, l'assenza dei vetri e
delle coperture, ormai cedevoli, le infiltrazioni hanno avuto
buon gioco nel danneggiare le capriate di legno, e nel far si
che gli affreschi venissero quasi del tutto perduti.
Un aneddoto raccolto
tra le pagine del Liber Chronicus della parrocchia, una sorta
di diario che i parroci del paese ancora oggi redigono. Si legge
che il centro religioso di Bosisio e paesi limitrofi era Casletto.
La parrocchia di Casletto comprendeva il territorio di Bosisio
e quello di Garbagnate Rota. San Carlo Borromeo, però il
giorno 22 settembre dell'anno 1576 trasferì la parrocchia
e tutti i diritti ad essa relativi a Bosisio. Avendo San Carlo
trasferito la parrocchia a Bosisio mise di conseguenza quella
di Casletto sotto l'egida di Rogeno; quest'ultimo, infatti, è
più vicino a Casletto. Il santo dispose pure che il curato
di Bosisio dovesse inoltre, occuparsi della manutenzione della
chiesa di Casletto. Dovere che naturalmente venne disatteso, così
come i curati di Rogeno non si impiegarono molto nella cura delle
anime residenti a Casletto.
Nel 1615 venne in visita pastorale a Casletto il Cardinal Federico
Borromeo e così gli abitanti di Casletto fecero rimostranze
al prelato, mettendo in luce le grandi difficoltà che avevano
nel dipendere da Bosisio; questo per la lunghezza e per la difficoltà
presentata dalla strada posta tra i due paesi. Forti di tali argomentazioni
chiesero che i parroci tornassero nuovamente a Casletto o, in
alternativa, che anche Casletto avesse una propria parrocchia.
A dare una mano agli abitanti di Casletto intervenne, anche se
aiutato, pure il lago di Pusiano. In quei giorni infatti il lago
era ingrossato a causa delle forti piogge e approfittando di tale
situazione i caslettesi chiusero quel piccolo fosso che passa
sotto la strada che da Casletto conduce a Garbagnate Rota. Agendo
in tal modo fecero sì che il lago uscisse inondando la
strada. Federico si persuase della difficoltà oggettiva
che gli abitanti del piccolo borgo avevano per cui assegnò
anche a Casletto un parroco, sottraendo quindi la cura delle anime,
e il relativo beneficio, sia ai curati di Bosisio che a quelli
di Rogeno. Federico, però impose ai caslettesi di aver
cura della chiesa e di ripristinare tutti gli arredi necessari
per una decorosa cura d'anime.
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