
DEPURATORE
DI BAGGERO,
ANCORA ACCUSE
di Giuseppe Fusi
Luglio 2005
"La moria di pesci nel
Lambro è stata causata dallo scolmatore fognario di via
Don Guanella a Merone!". È questa la denuncia del
Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" dopo le pesanti morie
di pesci che, lo scorso mese di luglio, hanno interessato il fiume
Lambro in località Baggero di Merone.
In particolare, sarebbero stati due gli sversamenti di sostanze
tossiche nel Lambro, con la conseguente morte di quintali di pesci
(vedi foto). "Il principale indiziato - denunciano quelli
del circolo ambientalista di Merone - è lo scolmatore del
collettore fognario gestito dall'ASIL, l'ex Consorzio di depurazione
che gestisce il depuratore di Baggero". Infatti, risalendo
il fiume, le prime tracce di pesci morti sono state ritrovate
subito dopo lo scolmatore di via Don Guanella.
I responsabili del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" ricordano
che già nel 2003 si verificarono pesanti morie di pesci
causate sempre dal by-pass. Gli ambientalisti presentarono una
petizione firmata da più di 100 persone, in cui si chiedeva
l'eliminazione dello scolmatore. La petizione fu inviata al Sindaco
di Merone, al Presidente dell'ASIL e all'Assessore all'Ambiente
della Provincia di Como. Denunciano ora gli ambientalisti: "A
distanza di due anni dobbiamo lamentare che nessuno ha fatto niente
per risolvere il problema: il by-pass è ancora lì
ed è bastato un semplice temporale per inquinare il Lambro.
Siamo in presenza dell'ennesimo attentato all'ambiente. Visto
che si è risaliti subito all'origine dell'inquinamento,
auspichiamo che questa volta i colpevoli vengano puniti e che
venga eliminato al più presto lo scolmatore causa di tanti
problemi".
Torna d'attualità il depuratore consortile di Baggero,
da una parte vanto ed orgoglio per generazioni di amministratori
e politici che si sono succeduti negli ultimi vent'anni (fu infatti
tra i primi ad entrared in funzione in tutta la Lombardia). Dall'altra,
l'impianto è da sempre causa di problemi apparentemente
insormontabili, legati soprattutto al suo presunto mal funzionamento
e all'inadeguatezza, soprattutto a causa del fatto che in quel
di Baggero finiscono i (troppi) liquami di un territorio vasto,
dall'alta Vallassina alla Brianza lecchese.
Da decenni la stessa denuncia: al depuratore consortile, in caso
di abbondanti precipitazioni, finisce una gran quantità
d'acqua da mandare in tilt l'impianto. Questo perché molti
Comuni del territorio non hanno ancora sistemato i propri sistemi
fognari separando, come dovrebbe essere, le cosiddette acque bianche
(l'acqua piovana) da quelle nere (l'acqua da fogna).
Diversi Comuni da tempo hanno affrontato il problema alla radice,
altri hanno rinviato i lavori fognari "sine die", forse
sottovalutandone le conseguenze.
A questo punto una puntuale verifica delle fognature comunali,
a livello consortile, potrebbe essere il punto di partenza per
consentire, in prossimità di Baggero, un corretto e costante
apporto di liquami nel corso dell'anno. Ed evitare, nel contempo,
problemi di natura ambientale come quelli degli ultimi giorni.
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