
di Jennifer Isacco
Luglio 2005
Ciao a tutti! Siamo in estate e il caldo
e le belle giornate ci fanno venire sempre più voglia di
un tuffo nel mare, ma i giorni di vacanza magari sono ancora lontani
e spesso dobbiamo accontentarci di un semplice bagno in piscina.
Vorrei proporvi questo mese un'esperienza un po' particolare,
che unisce la voglia di avventura con il piacere di stare a contatto
con l'acqua. Sto parlando del canyoning, conosciuto anche come
torrentismo. Non avendolo mai praticato, mi sono documentata un
po' e ho scoperto leggendo alcune riviste aspetti molto interessanti.
Ma andiamo con ordine. Il canyoning consiste nella discesa a piedi
dei torrenti incassati, cioè di quelli che non posseggono
rive percorribili e la discesa deve pertanto essere effettuata
direttamente lungo il greto, che può essere "asciutto",
in secca, o "bagnato". In entrambi i casi è possibile
incontrare delle pozze piene d´acqua e quando l'aggiramento
delle pozze è impossibile e quando la profondità
costringe a il contatto con l'acqua, se non addirittura a nuotare
per poter proseguire oltre, allora si parla di "vasche",
oppure di "canali". Se le rive non sono percorribili
vuol dire che i vers anti
del torrente sono verticali e rocciosi, per questo un percorso
torrentistico si snoda sempre in una "gola" o "canyon"
e quando la gola è particolarmente stretta si parla di
"forra". Quasi sempre il greto delle gole è interrotto
da cascate e per seguire il torrente non rimane altro da fare
che utilizzare le tecniche dell'alpinismo e della speleologia:
scendere con una corda! Più precisamente la tecnica utilizzata
è quella della "corda doppia", che permette,
una volta scesi, di sganciare la corda dal suo punto di ancoraggio.
Compiuta l'operazione di recupero si può proseguire la
discesa, ma non si può più tornare indietro, in
quanto non c´è più modo di risalire la cascata
una volta tolta la corda. Per scendere una cascata la corda deve
essere fissata ad un "ancoraggio" o "armo"
e gli armi possibili sono costituiti da alberi, da una serie di
chiodi da roccia, oppure da formazioni rocciose particolari come
le "clessidre" o i "sassi incastrati". L'accesso
ad una gola non è possibile senza le tecniche e l'attrezzatura
adeguate, in particolare sono fondamentale una muta completa in
neoprene, calzari, imbragatura, moschett oni,
attrezzatura per la risalita su corda e caschetto da roccia. Il
canyoning è un'attività che richiede esperienza
e tecnica, o comunque un supporto costante di una guida alpina
esperta, per evitare di correre pericoli. I greti dei torrenti,
infatti, sono assai differenti dai "comodi" sentieri
di montagna, così tanto diversi che nei torrenti non si
cammina ma si "progredisce". La "progressione"
nei torrenti consiste in frequenti arrampicate tra i massi intervallate
da brevi camminate su sassi spesso viscidi e instabili, e da guadi,
per non parlare poi delle cascate o dei tratti a nuoto! Percorrere
un solo chilometro di gola può richiedere un´intera
giornata. E' implicito quindi che nei torrenti capiti di dover
nuotare o comunque di doversi bagnare completamente. Ora, non
essendo l´acqua dei torrenti di montagna propriamente calda
è comprensibile che il bagno non sia proprio una cosa rilassante
e che la permanenza in una vasca tenda a durare poche frazioni
di secondo! Grazie alla muta però questo contatto con l'acqua
può diventare molto piacevole! Mi rendo conto che raccontato
così il canyoning può sembrare uno sport adatto
solo a Indiana Jones e legato a una realtà avventurosa
magari un po' lontana da noi. Invece proprio nella nostra zona,
vicino a Chiavenna, in Val Bodengo ci sono canyon naturali dove
è possibile avventurarsi in escursioni organizzate. Ho
avuto modo di parlare proprio con una guida alpina molto esperta
che organizza questo tipo di us cite,
Fabio Lenzi, e anche con il suo collaboratore e promoter Marco
Bonanomi. Entrambi mi hanno assicurato che il canyoning è
uno sport che possono praticare un po' tutti, dai bambini di 8
anni agli adulti, anche oltre i 70 anni, grazie alla possibilità
di scegliere diversi livelli di difficoltà. Proprio in
Val Bodengo ci sono in un torrente tre diversi percorsi con tre
livelli di difficoltà. "E' importantissimo in questo
tipo di sport, come un po' in generale per tutti gli sport un
po' estremi e avventurosi" dice Marco Bonanomi " che
ci sia il diretto contatto con le guide, perché la sicurezza
non è mai troppa ed è veramente facile correre poi
pericoli inutili cercando di buttarsi in imprese solitarie. Le
nostre spedizioni" continua Marco "prevedono una guida
ogni cinque persone e riusciamo a fornire noi l'attrezzatura necessaria
o comunque diamo la possibilità di noleggiare gli elementi
più tecnici. A parte il divertimento e l'adrenalina, il
canyoning è anche un modo diverso per scoprire ed apprezzare
paesaggi della nostra zona a volte sconosciuti, ma veramente incantevoli".

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