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di Claudio Vigolo (Speaker Life Gate Radio 105.1 FM)
Luglio 2005

Road Dogs
John Mayall & The Bluesbrakers
(Eagle Records, 2005)

L'ultima fatica del leggendario "Leone di Manchester" lo vede anche stavolta accompagnato dai suoi fidi Bluesbreakers, tra cui si erge poderoso il mitico chitarrista Buddy Wittington. Mayall ripercorre nei testi la sua lunga e fortunata carriera,da quando cioè alla fine degli anni quaranta cominciò ad appassionarsi ai classici di Elmore James, Muddy Waters e Robert Johnson. Un album godibile, sanguigno, senza fronzoli e citazioni autocompiacenti. Viene considerato, a ragione, il Cd della piena maturità artistica del santone del "british Blues revival". Da segnalare la presenza di un'autentica scoperta di Mayall: Eric Steckel, appena 14 enne e già figura alla chitarra solista in un brano.

Amos Lee
Amos Lee
(EMI, 2005)

Se sia un vero talento o un riuscito prodotto dell'industria discografica lo diranno i posteri. Fatto sta che questo bel giovanotto propone canzoni sussurrate per romantici arpeggi di chitarra e il bello è che l'ispirazione sembra autentica (e pensare che il disco è uscito proprio il giorno di San Valentino). Ogni tanto appare un accenno di chitarra elettrica un Wurlitzer o un Hammond tanto per rendere meno dolciastra l'atmosfera. Complice anche una voce portata al soul è già riuscito ad accompagnare Norah Jones in una tournée. Il primo disco è buono, non particolarmente originale ma buono. Per il resto, vedremo.

Devils & Dust
Bruce Springsteen
(Columbia, 2005)

Ricordate il boss del rock americano che in blue jeans e maglietta bianca stringeva con mano forte la sua Fender Telecaster? Beh, son passati vent'anni da quel disco e Springsteen la bandiera del rock la tiene alta solo se scende in un'arena come quella di San Siro. Il Bruce Springsteen del 2005 si presenta in realtà scuro e pensieroso. Più che all'ultimo The Rising viene immediatamente da pensare al fantasma di Tom Joad e al suo scrutare inquieto un'America crepuscolare. E questo è forse lo spirito del disco, quello di un uomo che siede da solo nell'oscurità e che con la sua chitarra racconta il suo tempo (contingente) e le vite e le emozioni degli uomini (e queste invece sono sempre le stesse).


 
 
 
       

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