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La torbiera

Luglio 2005
di A.R.

Carlo Redaelli nel 1824 riporta una tradizione popolare che vuole che nelle vicinanza del lago di Pusiano vi sia stato un altro laghetto. Si può presumere che tale memoria si riferisse a un laghetto realmente esistito a Bosisio, che ad un certo punto fu assorbito dal lago di Pusiano, lasciando al suo posto la zona paludosa: la torbiera.
Le torbiere di Bosisio, Molteno e Sirone costituivano di certo nell'età della pietra e del bronzo una immensa palude, di poca profondità, in cui l'acqua fece una permanenza costante.
La torba è un combustibile fossile di recente formazione, non può considerarsi un carbone fossile perché la sua composizione chimica non differisce molto da quella del legno. E' un combustibile povero formato per lo più di avanzi di piante erbacee, a basso potere calorifico, per lo più ricco di ceneri ed acqua. Lo si estraeva come è rappresentato nello schema e si realizzavano delle tavolette da bruciare.
Oggi la torbiera di Bosisio è da anni esaurita e per il progresso non è di interesse commerciale. In questa zona troviamo oggi prati e campi circondati da costruzioni industriali.
Alcuni oggetti sono stati rinvenuti nella torbiera; in queste zone paludose di Bosisio hanno vissuto famiglie discese dalle Alpi nell'età neolitica, armate di pietra che hanno lasciando deboli tracce
Bosisio Parini località Torbiera ritrovati numerosi vasi e utensili, nei pressi del laghetto vengono rinvenuti dei resti di un villaggi a palafitta. (età del Bronzo 2200-1600 a.C. civiltà denominata "Polada"). Sulle sponde del lago vengono portati alla luce anche dei rozzi vasi di terracotta, somiglianti ad altri trovati in Jugoslavia e assegnati al 1500 avanti Cristo.
Nel secondo millennio a.c. sopraggiunse, un popolo armato di bronzo; non se ne conosce il nome, ma questo si sovrappose alle popolazioni presenti; ad esse appartiene la maggior parte del materiale ritrovato nella torbiera di Bosisio.
Due caratteristici vasi furono ritrovati, quasi nella loro interezza. Il più grande è alto 14 centimetri circa, largo alla bocca 9,5 e dello spessore di mezzo centimetro. E' di forma tondeggiante ampliato leggermente alla bocca dopo essersi ristretto nella parte collo. Un solco gira orizzontalmente intorno al vaso. Il fondo è convesso, è fatto a mano senza uso di tornio ed è cotto a fuoco libero. L'altro è una tazza di forma pressoché uguale, ma a bocca più ampia; è alta 6 centimetri e larga 9 e dello spessore di pochi millimetri; non presenta solchi. I due vasi contengono nel loro impasto cretoso grani di quarzo e del calcare, la superficie è rude, rugosa, ineguale, il colore varia dal grigio al nerastro. Sembrano fatti di argilla torbiera e sono affumicati e fuligginosi.
A.R.

 
 
 
       

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