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di Antonio Isacco
Luglio 2006

CHE DELUSIONE!

Tre furono le mie esperienze in Comune di Rogeno: la prima come assessore supplente, per circa un anno, con la Democrazia Cristiana; cinque anni, o poco più, quale membro della Commissione Edilizia, di parte minoritaria, e poco più di un anno come consigliere con la Sinistra Unita. A parte l’esperienza nel campo edilizio, le altre due, cioè quelle amministrative, furono un fallimento perché dopo aver provato quei “tipi di politiche”, sono diventato allergico, non alla politica ma a quei “tipi di partiti”. Della militanza nella “Sinistra Unita”, del 1985, sono rimasti soltanto gli attuali sindaco e vice-sindaco, (la cosa dovrebbe far riflettere), i quali hanno travisato, in più occasioni, il concetto di economicità contenuto nel Programma Elettorale che portava la predetta Lista ad amministrare, dal citato anno, il nostro Comune. Mi sembra il caso di ricordare che: date una carica, un potere a “qualcuno”, e costui si crederà un padreterno, cercherà di soddisfare le voglie accumulate e represse. La delusione che provai per la Democrazia Cristiana, la provo per la Sinistra Unita, in relazione a quanto predetto. Per quest’ultima provo anche ingratitudine e non solo.Credo che io debba chiarire e bene queste cose: non sono passato da una parte all’altra perché non sono mai stato di nessuna parte. Mi sono sempre posto come “persona” e mai e poi mai come rappresentante di qualche partito. Questo modo di pormi mi procurò e mi procura diverse inimicizie. Don Lorenzo Milani diceva: “dove è scritto che si debba chinare la testa per farsi voler bene? A Gesù o non è riuscito o non è importato”. E’ a questo pensiero, perdonatemi il paragone che non vuole essere di arroganza, che ogni amministratore comunale dovrebbe tentare di attenersi. L’ultimo mio scritto indirizzato al sindaco, alla giunta e a tutti i consiglieri del nostro Comune, risale al protocollo datato 8 luglio 2004. Non ebbi risposta e nemmeno ebbero conoscenza dello scritto i consiglieri di minoranza. Ricordo che fare politica significa creare cultura, fornire strumenti per la lettura della realtà, far crescere uomini coerenti ed affidabili per non lasciare agli altri un’egemonia che non meritano. Significa animare confronti, sollecitare opinioni, non smarrire la visione d’insieme, non avere paura del diseguale, ma offrire a tutti la possibilità di sentire propria la battaglia politica. Per fare questo non si devono soffocare le intelligenze con le burocrazie, il coraggio con il conformismo, il nuovo con il vecchio. Occorre il sale dell’intelligenza, per rendere possibile e fertile, l’incontro con chi la pensa in modo diverso da noi. Infatti c’è un pericolo sempre in agguato, quando scarseggiano le “idee mobili” e incombono certe ambigue “idee fisse”, che troppi vorrebbero imporre come fossero verità assolute. Questa fretta di adeguarsi alla formula “o con noi o contro di noi”, spingono perché si consideri una persona, munita di giuste argomentazioni, un “traditore”. Ci sono persone che con “lealtà” rispettano le regole del gioco. Altre no! Il consenso etico e l’autonomia della morale vengono subordinate alla politica. Tutto è lecito se politicamente utile. Questo avviene in Comune di Rogeno! Chi è sindaco, un buon sindaco, ha il dovere e il coraggio di compiere scelte e mirare “al bene comune”. Lascio a un buon sindaco trarre le dovute conclusioni: quella dell’edificio polifunzionale (palestra), rientra, non è il solo purtroppo, (vedi vessillo esposto dal palazzo comunale che fungeva da bandiera della sua Lista di appartenenza) in quegl’atti amministrativi che lasceranno un segno molto negativo. Motivi finanziari fortemente deficitarii, di edificazione ora e di gestione in futuro, oltre a quelli etici e morali, (vessillo), avranno ripercussioni certamente sfavorevoli alla sua Lista di appartenenza.






 
 
 
       

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