Ho
letto e riletto...
Luglio 2006
di Ambrogio Ratti
Ho letto e riletto ... quanto pubblicato
sul vostro giornale a firma dr. Lorenzo Gerosa e francamente rimango
allibito per la “disinvoltura” dei concetti espressi.
In primo luogo: che cosa c’entra l’art. 11 della Costituzione
della Repubblica Italiana con l’esposizione della bandiera
della pace nel municipio di Rogeno? Nel1’art. 11 della Costituzione
non si scrive di bandiere ma, guarda caso, di bandiere si scrive
al successivo art. 12, da nessuno, mai citato e tuttavia di una
chiarezza cristallina, che testualmente recita: “La bandiera
della repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco
e rosso, a tre bande verticali di uguali dimensioni”. Ai
sensi della legge 5 febbraio 1998 n. 22 la bandiera italiana e
quella dell’unione europea (e non altri vessilli), vengono
esposte all’esterno degli edifici ove hanno sede gli organismi
di diritto pubblico e ogni cittadino, e a maggior ragione ogni
autorità civile, è tenuto a “osservarla e
farla osservare come legge dello Stato”. Mi sembra oltremodo
grottesco, per giustificare una così palese disobbedienza
ad una legge dello Stato, e all`art. l2 della Costituzione, tirare
in ballo il nazismo, oltretutto a sproposito, in quanto, nel tempo,
e anche recentemente, diversi tribunali in diverse parti del mondo
hanno condannato numerosi nazisti per i crimini commessi, compreso
lo sterminio degli ebrei. Ma ciò che qui più mi
preme sottolineare e
sottoporre all’attenzione dei lettori è la rappresentazione
negativa che vien fatta del concetto di obbedienza. L’obbedienza,
che, almeno per un cattolico, normalmente è una virtù,
è comunque un principio fondamentale che permea il rapporto
che ognuno di noi, cittadino italiano e non, ha con le leggi dello
Stato.
La Costituzione della repubblica italiana inizia con le parole
“L’Italia è una repubblica democratica...,”,
orbene lo Stato democratico, per sua natura, non ammette la disobbedienza
alle sue leggi, proprio per l’iter “democratico”
che deve stare alla base della loro formazione, e ciò è
sempre certificato nella formula di chiusura di ogni legge che,
è sempre opportuno ricordarlo, viene approvata dal Parlamento
e promulgata dal Presidente della repubblica.
Scrivere, facendosi scudo del pensiero di Don Lorenzo Milani,
che oltretutto si riferiva a ben altro contesto, che “chi
rimuoverà la bandiera della pace ne sarà personalmente
responsabile e non potrà farsi scudo dell’obbedienza
a una legge”, è, in questo contesto, una patente
e inammissibile violazione dei più elementari, ma fondamentali,
principi del vivere civile, secondo cui nulla è al di fuori
o al di sopra della legge, tanto meno la cosiddetta bandiera della
pace, che proprio per i principi di “pace” che dovrebbe
esprimere e rappresentare, non può essere imposta a nessuno,
soprattutto in assenza di una specifica legge che la preveda e
pertanto in aperta violazione di leggi.
Ambrogio Ratti
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