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Antenne e piccioni

Luglio 2007
di Natale Frigerio

Leggo in questi periodo della continua “querelle” tra l’Amministrazione Comunale e il Comitato Cittadino che protesta contro l’installazione dell’antenna per la telefonia mobile in via delle Brianne a Rogeno. Vorrei pero’ portare in risalto un problema che, secondo la mia modesta opinione, é altrettanto “dannoso” e “fastidioso” per tutta la comunità, e cioè i PICCIONI.
Problemi di convivenza
L’eccessiva presenza di piccioni comporta problemi di carattere igienico-sanitario. Ad esempio, dove maggiore è la loro concentrazione si hanno i danni ai monumenti e agli edifici causati dal guano, sporcizia e degrado dell’ambiente. La possibilità di contrarre malattie dai piccioni è molto limitata ma il sovraffollamento di questi animali aumenta comunque il rischio di infezioni. Inoltre le zecche dei piccioni e i pidocchi possono, in alcune circostanze, entrare nelle case e trasmettersi all’uomo. Ecco quali malattie possono intercorrere (anche se con rischi limitati) La toxoplasmosi è un’infezione protozoaria, cioè causata dal protozoo “Toxoplasma gondii”, che colpisce l’uomo, il bestiame [coniglio, pollo pecora...] e numerosi animali domestici [cane, gatto...] e selvatici [lepre, scoiattoli, topi e piccioni soprattutto]. E’ diffusa in tutti i continenti, e si calcola che circa 1/3 della popolazione mondiale possieda gli anticorpi specifici [segno di una passata infezione, magari asintomatica]. Sia nell’uomo che negli animali può assumere forma acuta congenita [trasmessa per via placentare, la più temibile --> idrocefalo, lesioni encefalomielitiche o oculari permanenti], oppure forme acquisite successivamente per contagio [sub-acute, croniche o asintomatiche, assai meno preoccupanti, specie negli adulti: antibiotici e sulfamidici ne fanno giustizia ]. Le escrezioni degli animali domestici e le deiezioni dei piccioni metropolitani INFETTI possono contagiare l’uomo anche attraverso il semplice contatto [penetrano le mucose della pelle].
Cosa potrebbero fare i cittadini
- Chiudere con reti o griglie gli abbaini e le finestre dei sottotetti ed assicurarsi che non vi siano ulteriori vie di accesso.
- Pulire i luoghi di accumulo degli escrementi dei colombi per evitare il proliferare di zecche.
Cosa NON dovrebbero fare i cittadini
L’uso di veleni e di colle per l’uccisione dei piccioni, oltre ad essere una azione crudele e irresponsabile che può costituire un pericolo per altri animali domestici e anche per le persone, è penalmente perseguibile. Alimentare i colombi o altri volatili nelle strade, piazze o altri luoghi pubblici o aperti al pubblico del centro abitato.
Cosa fa il Comune
BOH!!! Al momento sembra niente. “Agendo insieme, Amministrazione Comunale e cittadini, possono agire affinché si giunga a una buona e soprattutto sana convivenza con i piccioni”. Malgrado diverse persone abbiano segnalato (anche per iscritto) il loro disagio, non è stata intrapresa nessuna iniziativa!
E QUANDO TUTTO QUESTO NON PORTA A NESSUN RISULTATO??
A mali estremi.. estremi rimedi! Non ci resta che trovare soluzioni “alternative”, anche se poi si incorre nel rischio di essere condannati ! (vedi esempio di sentenza trovata in Internet)
Come si è proposta la DIFESA:
“I piccioni torraioli sono nocivi alla salute del patrimonio immobiliare, perché imbrattano gli edifici e i monumenti con le loro deiezioni altamente corrosive, sicché è ammissibile che l’uomo li catturi o li cacci per difendere il patrimonio immobiliare, salvo che sia integrata un’ipotesi di maltrattamento di animali prevista dall’art. 727 c.p.;”
Quale è stata la Sentenza:
“Con sentenza del tribunale …. ha assolto …. dal reato di cui agli artt. 4 e 7 legge 895/1967, per aver portato illegalmente in luogo pubblico tre carabine ad aria compressa, perché il fatto non costituisce reato ……..- ha dichiarato i medesimi …. colpevoli del reato di cui agli artt. 13, 18 e 30 lett. h) legge 11.2.1992 n. 157, per aver esercitato attività venatoria con mezzi vietati (carabina ad aria compressa) e su uccelli non cacciabili (piccioni), e per l’effetto li ha condannati alla pena dell’ammenda di 1.000 euro ciascuno. In particolare, il giudice ha osservato che “mentre è possibile concordare con l’opinione, più volte espressa dalle autorità amministrative, secondo cui il piccione torraiolo o di città sia assimilabile alla fauna domestica”, “l’opinione preferibile è che tale fauna non possa essere oggetto dì attività venatoria, ai sensi della legge 11.2.1992 n. 157”.
Natale Frigerio

 
 
 
       

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