La
ruta
Luglio 2007
di Leonardo Masciadri
Sono molti i lettori che due anni fa furono
incuriositi dalla storia di un’erba perenne, spontanea dei
luoghi aridi, rocciosi, che coinvolse alcuni ricercatori dell’Università
di Padova. “I due agronomi Fabio Forlin e Luca Meschi furono
accompagnati da noi e dalla presidente del C.E.D.A.L. a fare una
lunga escursione lungo le cave del Cornizzolo.” Spiegano
gli studenti ventenni Angelo Colombo, cesanese, e Piero Bartesaghi,
erbese. “Rimasero impressionati dalla quantità di
rigogliosissimi cespugli di ruta, alti anche 80 centimetri, dal
fusto grigio e dalle foglioline glauche.” Quella che era
un’ipotesi fu confermata da analisi e da prove concrete;
la ruta del monte che si affaccia, tra gli altri, sui paesi di
Eupilio, Pusiano e Cesana, territori di cui l’associazione
si intressa quale Centro Educazione Documentazione Ambiente Lago
di Pusiano, possiede aromi più forti, più aromatizzanti
della ruta del Veneto. “Non solo” racconta il Dott.
Forlin, “ne basta meno di metà della quantità
usata solitamente per aromatizzare l’acquavite di vinaccia.
Inoltre la ruta contenuta nella grappa, l’alcolico italiano
per eccellenza, anche con la bottiglia aperta e non conservata
ad ottimali condizioni ambientali, forte del sole brianzolo si
conserva meglio e più a lungo.” Chi frequenta i sentieri
che portano alla cima del monte, passando vicino alle cave della
cementeria Holcim, riconosce questa pianta anche dai piccolissimi
fiori gialli che sbocciano da fine primavera fino ad autunno inoltrato.
“Per la posizione completamente esposta a Sud, grazie alle
pareti che riflettono i raggi del sole sulle piante di ruta, le
ghiandole presenti nelle foglioline sono talmente stimolate da
dare un profumo più intenso e una maggior resistenza del
vegetale che, trasportato altrove, perde ahimè tutte le
sue qualità.” |