Giovani
alla deriva
Luglio 2009
Pubblichiamo questo articolo,che può essere condiviso
o meno, con la volontà di accogliere altri commenti, soprattutto
da parte di giovani che sicuramente sapranno uscire dalla retorica
e portare nuovi stimoli di dibattito.
In una sala giochi ho incontrato degli adolescenti, si spintonano,
si scherniscono, si fanno coraggio l’un l’altro.
Ho chiesto loro come reagire di fronte a tre coetanei che violentano
e massacrano una compagna di scuola.
Mi guardano da iracondi inguaribili, vorrebbero mettermi alla
porta senza tanti complimenti, forse invitati a maggior cautela
dalla mia stazza fisica, ritornano alla calma piatta che li contraddistingue,
poi il più scafato, quello più avanti di un dente
rotto rispetto agli altri, risponde che “Sono cose che possono
accadere”, forse era una che non si faceva gli affari suoi,
che non faceva parte del gruppo.
Questa è la sottolineatura che va al di là del male
che la natura consente di sopportare, erigere a percentuale, a
statistica, qualcosa che non è più sostenibile né
accettabile, che manipola subdolamente la verità, che invece
è sotto gli occhi di quanti non vogliono assolutamente
vedere a un palmo del loro bel naso, appena rifatto a misura,
per il proprio benessere psico-fisico, che tanto bene fa ai giorni
da vivere da leoni.
Le lame di coltello non trovano il fondo delle tasche dei giovani,
per un innato bisogno di ferire e morire, per una bacata e lacerata
struttura biologica che ci portiamo addosso, qui è altro
il difetto, il buco nero, il non senso diventato quotidianità.
E’ diritto acquisito di vivere alla grande, in sintonia
delle proprie regole, in barba alle aspettative dubitose, al di
sopra delle proprie possibilità, degli intendimenti più
o meno scorretti e illegali, di cui i giovani fanno apprendimento
sociale fin dalle prime uscite da casa, al punto da risultare
refrattari a qualsiasi luce rossa di emergenza.
A quell’età non si è inchiodati a nessun futuro
maledetto, occorre ritornare a costruire con l’impegno,
con la fatica, con la pazienza della speranza, tenendo bene a
mente che i veri amori, quelli davvero importanti, sono sempre
reciproci, e ciò che nostro figlio è, sarà,
diventerà, dipende da quanto noi adulti riusciremo a riconsiderare
e migliorare dei nostri comportamenti, cominciando dal curare
quei dettagli che servono a farci imparare a riconoscere i nostri
errori, prima ancora che quelli dei nostri figli.
Vincenzo Andraous
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