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a cura di Stefano Ratti
Luglio 2009

DAGO
Lo Schiavo di Venezia

Se non conoscete la storia di Dago, vi dirò solo che in origine, il giannizzero nero era Cesare Renzi, un nobile e fiero rampollo di una famiglia veneziana, unico superstite dello sterminio della propria famiglia per colpa di oscuri giochi di potere. Ma Cesare si salva e sembra destinato solo il tempo necessario a scoprire chi c’è dietro l’assassinio della propria famiglia. Nella sua schiena brilla sinistramente la lama di una daga (arma che gli varrà il nome) conficcata con forza e disprezzo da colui che credeva essere il suo migliore amico. Una nave turca però, si imbatte casualmente nel corpo moribondo del giovane, affidato all’abbraccio impietoso del mare. Cesare è vivo, il suo fisico forte e diventa uno schiavo che può fruttare molto denaro, il suo nome da quel momento sarà Dago.
Il nostro eroe in cerca di vendetta, attraversa gli eventi più importanti del sedicesimo secolo come testimone di un periodo tra i più dilaniati e controversi della storia dell’uomo.


Durante il suo pellegrinare incontra uomini e reali come Macchiavelli, Nostradamus, Benvenuto Cellini, Cortez, il conte Van Temples (Dracula), Enrico VIII, Carlo V di Spagna e Francesco I di Francia.
Partendo da uno spunto iniziale classico, Robin Wood, uno dei più grandi e prolifici sceneggiatori argentini, inizia da subito a imbastire la trama di quello che è il suo capolavoro, giostrandosi abilmente tra realtà storica e finzione e creando un legame immediato con il lettore. Nei suoi episodi di poche pagine c’è tutto quello che deve esserci in un fumetto avventuroso, senza tralasciare la realtà storica nella quale Dago è saldamente ambientato.
Gli splendidi disegni di Alberto C. Salinas completano l’opera caratterizzando ambientazione e personaggi in una maniera talmente perfetta che sarebbe difficile pensare a qualcosa di meglio, curando la ricostruzione storica e la recitazione dei personaggi. Il primo numero di Dago fece la sua comparsa nelle edicole italiane nel lontano 1983 e da allora sono usciti più di 800 episodi su settimanale di fumetti Lanciostory, dell’Eura Editoriale, per non parlare della serie monografica fuori continuità e delle ristampe in bianco e nero e a colori che hanno fatto del giannizzero nero una delle colonne portanti della casa editrice romana.
Pur avendo quasi trent’anni, le storie pubblicate in questo primo volume non soffrono del tempo passato e, se la lettura a volte può essere un po’ troppo didascalica e prolissa, è perché ormai ci siamo disabituati a tempi narrativi lenti, che ci costringono a soffermarci sulle tavole e a vivere le sofferenze del nostro protagonista avendo un’idea chiara del tempo che passa. La colorazione delle prime storie è un po’ pesante e pastosa, ricca di colori caldi, ma che ben si adatta sia all’ambientazione desertica sia alle chine del disegnatore. Se è pur vero che il Dago più puro è quello in bianco e nero, questa edizione merita l’acquisto soprattutto se non siete lettori del giannizzero della prima ora e se non volete svenarvi nel recuperare le vecchie storie.
Dago è un capolavoro del fumetto argentino che lentamente vi entrerà in circolo e della quale non potrete più fare a meno.
Stefano Ratti
Dago
Collezione Tuttocolore 1
Eura Editoriale
260 pagine a colori,
€ 6,90

 



 


 

 


 


 















 
 
 
       

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