L'Arrotino
Maggio 2005
di B. Mauri

Il mestiere dell'arrotino era, tra i mestieri ambulanti di una
volta, sicuramente il più diffuso. Coloro che esercitavano
tale attività provenivano dalla Valtellina e giravano con
il loro carretto lungo le vie dei nostri paesi lanciando il caratteristico
richiamo "moleta! moleta!".Andava con il passo lento
e con la schiena curva, spingendo la sua carretta sull'unica ruota
che serviva, sia per viaggiare che, se ribaltata verso l'alto
come ingranaggio per far girare la mola. Sopra la ruota di pietra
il serbatoio, di semplice latta, aveva un piccolo rubinetto che
faceva uscire goccia a goccia il liquido che andava a cadere ritmicamente
sulla mola. Con passo lento e gesti pacati l'arrotino si fermava
ai margini della strada, ribaltava la ruota del suo trabiccolo
e, innestato il cingolo di trasmissione, attendeva con pazienza
l'arrivo dei clienti. Con il movimento della gamba faceva girare
la ruota e, in sincronia, anche la mola iniziava velocemente a
girare e con maestria arrotava falcetti, forbici e coltelli. Sono
rimasti ancora alcune espressioni popolari legate alla figura
del "Moleta", come: "l'è un lavorà
de moleta" riferendosi a un tipo di lavoro particolarmente
ripetitivo, faticoso e poco remunerativo; oppure "l'è
un nas ch'el par la seghella del Moleta" per indicare un
naso che gocciola sempre come il secchiello dell'arrotino ed anche
"vess consciaa com el strasc del moleta" indicando persone
sporche come lo straccio di un arrotino.
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