Ragazzo
travolto da un treno mentre disegna dei graffiti
Trovate delle bombolette spray vicino
al luogo dell’incidente
Maggio 2007
di Luigi Redaelli

MERONE - Aveva 11 anni: è stato agganciato
da un treno in transito mentre, con un gruppo di amici, disegnava
graffiti sul muro del cavalcavia ferroviario, proprio accanto
ai binari. Ferito mortalmente, il suo corpo è finito in
mezzo alla massicciata dove è stato travolto da un convoglio
passato in un secondo tempo, nella direzione opposta. E’
questa la ricostruzione ritenuta più probabile dalla polizia
sull’orribile morte di Cristian F.S., di Merone ucciso il
7 maggio alle 16.30 sulla linea Milano-Asso delle Ferrovie Nord
Milano, nel territorio del comune di Merone. Una ricostruzione
fatta analizzando le ferite riscontrate sul corpo: una lesione
alla testa, si ritiene quella mortale, provocata dall’impatto
con il treno o con il terreno, e ferite a un fianco. Una ricostruzione
compatibile anche con il racconto del macchinista del secondo
convoglio, per il quale quando la motrice è arrivata vicino
al cavalcavia, il corpo dell’undicenne era già in
mezzo ai binari, privo di vita. Un particolare che al momento
del ritrovamento sembrava inspiegabile. L’ipotesi
dei graffiti nasce dal ritrovamento vicino al cavalcavia in cemento
quasi interamente coperto di disegni e scritte, di una bomboletta
spray, e di alcune tracce di vernice fresca. Si pensa pertanto
che Cristian, arrivato con una bicicletta prestata da un amico,
si trovasse sotto quel ponte con un gruppo di ragazzi, per disegnare
lui stesso o magari soltanto per osservarli all’opera. Al
transito del convoglio la tragedia: è stato agganciato
da una carrozza, oppure è stato risucchiato dallo spostamento
d’aria. La conseguenza è stata che Cristian è
stato sbattuto con violenza a terra, dove è rimasto sino
al passaggio del treno successivo, mentre gli altri ragazzi scappavano,
impauriti. Evidentemente il conducente del primo convoglio non
si è accorto di nulla. Cristian viveva a Merone con la
mamma e il fratellino minore di sei anni, il padre da tempo si
è trasferito in Calabria. Frequentava la prima media, lo
ricordano come particolarmente vivace. Il magistrato di turno
di Como, Mariano Fadda, ha disposto l’autopsia per fugare
gli ultimi dubbi sulla dinamica.
Luigi Redaelli
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