
a cura di Stefano Ratti
maggio 2009
WATCHMEN
In un’America immaginaria, dove gli Stati Uniti hanno vinto
in Vietnam, e sono sull’orlo di una guerra con la Russia,
dove Nixon è stato rieletto presidente per tre volte, da
otto anni, gli eroi mascherati sono stati costretti alla “pensione”
da un atto del senato che ne proibisce per legge le attività.
Questi eroi, cinici e disincantati, duri e sprezzanti, costretti
ad appendere i loro pittoreschi costumi al chiodo e a dimenticare
i loro nomi di battaglia, vivono rimpiangendo i bei vecchi tempi
passati, nel ricordo delle loro favolose imprese.
Su questo sfondo si intrecciano i destini di Rorschach, uno degli
ultimi eroi, che rifiuta di riporre in soffitta il costume e che
indaga sull’omicidio del Comico, un eroe brutale e reazionario,
seguendo le piste di un misterioso assassino che vuole eliminare
a uno a uno, i vecchi eroi in costume. Seguiamo Nite Owl e la
bella Silk Spettre nella ricerca delle proprie identità
perdute, il Dottor Manhattan, vittima di una campagna denigratoria,
ormai ritiratosi su Marte e il saggio Ozymandias, artefice di
un incredibile piano per prevenire l’olocausto.

Con un ritmo narrativo perfetto, orchestrato su piani multipli,
scritto e disegnato straordinariamente, la miniserie WATCHMEN,
di Alan Moore e Dave Gibbons è considerata uno dei fumetti
più importanti di sempre.
Quando viene pubblicata dalla DC Comics nel 1986, la miniserie
arriva in un contesto fumettistico già di per sé
in costante evoluzione, un contesto inquieto e trasgressivo che
abbraccia tutti i comics americani. Questa ondata di trasgressione
si traduce nel portare massicce dosi di realtà nei fumetti
che fino ad allora sembravano sospesi in un limbo da sogno.
Ecco così apparire i supereroi alle prese, non più
con altri esseri da super poteri o dal criminale di turno che
vuole conquistare il mondo, ma scontrandosi con problemi reali
come la droga, la violenza gratuita, il teppismo, il terrorismo,
la politica, le apocalissi nucleari che esorcizzano la paura della
guerra fredda.
Alan Moore, uno dei più grandi scrittori mondiali di comics
però, fa un’altra cosa. Invece di portare la realtà
tra gli eroi, trasferisce gli eroi nella realtà, li mette
davanti all’imbarazzo che può provare un individuo
a mascherarsi, alle ossessioni, ai deliri di onnipotenza che spingono
queste persone ad andare avanti, quanto la loro sete di giustizia,
demolendo di fatto, l’essenza e il concetto stesso di eroe.
Per riuscire nel suo intento artistico, Moore ha bisogno di un
illustratore di talento come Dave Gibbons. L’artista, con
i suoi splendidi disegni, costruisce uno schema rigido delle tavole
scandite in noni, e un’attenzione ai particolari, ai dettagli
veramente unica.
La trovata dello sceneggiatore poi, di intercalare gli episodi
disegnati con brani delle memorie del primo eroe Nite Owl, in
forma di romanzo, contribuisce a trasmettere al lettore, la percezione
che la vita vera sia quella nelle tavole disegnate.
Watchmen è un’opera che si può leggere e rileggere
all’infinito senza mai stancarsi, sia per chi ama i supereroi,
sia per chi li detesta, è una riflessione sul mondo dei
supereroi, sui guardiani del mondo, all’insegna della domanda:
“Who watches the Watchmen?” (chi sorveglierà
i guardiani?).
Stefano Ratti
WATCHMEN
Planeta De Agostini
450 p. a colori - 33 X 22
35 Euro
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