L’
ISOLA COMACINA
Maggio 2009
di Maria Frigerio

Approdare all’isola Comacina, l’unica
del lago di Como, è un’esperienza che vi consiglio.
Vi ritroverete in un clima antico, ricco di storia, d’arte
e tradizioni. Le leggende che ruotano intorno ad essa la rendono
ancor più affascinante.
L’isola vanta un passato storico e tragico. Nel 1118 la
rivalità tra Como e Milano per il controllo della principale
via di comunicazione e dei passi alpini, portò le due città
ad una guerra durata dieci anni che coinvolse anche l’isola,
la quale si schierò contro Como. Il conflitto si concluse
con la vittoria dei milanesi e Como fu distrutta. Nel 1169, grazie
all’alleanza con Federico Barbarossa, Como risorse dalle
sue rovine e l’isola Comacina, per vendetta, fu distrutta
e rasa al suolo dai comaschi. Le mura delle chiese, delle abitazioni
e delle fortezze, furono abbattute e i sassi dispersi nel lago
affinché non potessero più essere ricostruite. Solo
nel 1600 fu eretta una chiesa dedicata a San Giovanni. Ogni anno,
il 24 giugno, si ricorda la distruzione dell’isola. Il lago
è illuminato con migliaia di “lumaghitt”, lumini
galleggianti abbandonati sulle acque, come a ricordare le anime
derelitte che navigarono da una sponda all’altra, scappando
dalle proprie case in fiamme. Uno spettacolo pirotecnico rievoca
l’incendio e il tragico avvenimento. Dal 1900 l’isola
è diventata un sito archeologico prezioso per gli studiosi.
In seguito è stata edificata una locanda con ristorante
per i turisti e tre “case studio” che ospitano artisti
e letterati.
L’isola è raggiungibile coi battelli della navigazione
del lago di Como (www.navigazionelaghi.it).
Maria Frigerio
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