
di I.P.
Marzo 2005
Intervista al Direttore della CNA Confederazione
Nazionale Artigianato di Lecco
Nel secondo numero del giornale, avevo espresso
le mie considerazioni circa il futuro della nostra economia e
avevo promesso di andare a chiedere "Come stanno le cose
nella nostra Provincia?" e "Che cosa si intende fare?"
a chi di dovere. Una prima risposta è stata gentilmente
fornita dal dott. Michele Corbetta, Direttore della Confederazione
Nazionale Artigianato di Lecco.
Dott. Corbetta, partiamo dalla situazione attuale delle imprese
artigiane di fronte alle sfide della globalizzazione: c'è
o non c'è una crisi?
"La domanda presuppone una risposta articolata, perché,
se sicuramente è in grave sofferenza il settore tessile,
più esposto alla concorrenza dei Paesi emergenti, per quanto
riguarda il metalmeccanico, di fronte ad aziende in difficoltà
ve ne sono altre in ottima salute. Lo stato delle aziende è
infatti determinato da quanto sono state in grado di mantenere
alti nel tempo i numerosi parametri che ne determinano la competitività.
Tuttavia abbiamo un indicatore che ci segnala lo stato di salute
generale delle imprese artigiane lecchesi. Si tratta dell'Ente
Bilaterale Artigianato istituito, tra le altre cose, per fornire
provvidenze integrative alle aziende con meno di 15 addetti che
non possono ricorrere alla cassa integrazione.
Bene, mentre fino a poco tempo fa il ricorso a tale fondo avveniva
raramente, per situazioni meramente contingenti e di breve durata,
oggi la richiesta può dirsi triplicata. Se poi a questo
dato aggiungiamo un calo drastico del numero delle aziende nel
settore tessile e manifatturiero iscritte all'Albo artigiani di
Lecco, possiamo dire che qualche riflesso della crisi si sta facendo
sentire anche in questa isola felice"
Ma i dati statistici sull'occupazione
sono ancora decisamente buoni
"Sì, ma c'è da chiedersi se si tratti di occupazione
o non piuttosto di sottoccupazione: i dati generali non fanno
distinzione in questo senso"
Allora, possiamo dire che il "sistema
Lecco" regge ma che la crisi c'è anche qui, benché
non molto grave. Domanda: che cosa si dovrebbe fare e che cosa
si sta facendo per ridare slancio alle aziende o almeno per evitare
che la situazione si aggravi?
"Non si può dare una sola risposta. Sicuramente la
direzione è quella di migliorare la competitività
delle imprese ovvero ricercare nuovi mercati, innovare, investire.
Non è una frase fatta ma una doverosa premessa per mantenere
solida l'economia locale. A questo punto il discorso diventa complesso.
Vorrei, però, fornire un paio di spunti essenziali. Il
primo riguarda l'accesso al credito: dove non ci sono risorse
non ci sono investimenti. I sistemi associativi, Cna di sicuro,
sono tra i pochi che forniscono strumenti oggettivamente validi
soprattutto attraverso i Consorzi fidi. Ora si tratta sia di potenziare
questi meccanismi, sia di intervenire in modo mirato con politiche
di incentivazione che forniscono supporti reali (finanza agevolata,
credito d'imposta). In seconda battuta occorre potenziare il Sistema
Lecco. E' evidente l'importanza di "governance" locali
con la partecipazione di tutti gli attori che impostino strategie
di medio e lungo periodo specifiche per il territorio. In questo
senso bisogna riconoscere che i protagonisti dell'economia locale,
soprattutto Camera di Commercio, Provincia e mondo associativo
hanno colto l'importanza di questo ragionamento, anche se siamo
ancora in una fase progettuale".
Tutti dicono che si deve alzare il livello
di formazione per promuovere l'innovazione: qui abbiamo un Politecnico,
ma in che modo interagisce con le esigenze produttive?
"Il Politecnico di Lecco sta lavorando bene, in sintonia
con le esigenze locali, ma è anche ad altri livelli che
si deve fare qualificazione e riqualificazione: non solo sulle
maestranze, ma verso gli stessi imprenditori, la cui formazione
è spesso obsoleta o comunque, a volte, non adeguata a un
mercato in evoluzione come questo".
E le Istituzioni pubbliche come le sembra
si stiano muovendo?
"A livello governativo fino ad ora si è fatto troppo
poco; speriamo che vi sia qualcosa di meglio per il futuro.
A livello locale, invece, direi che l' Amministrazione provinciale
di Lecco, come già segnalato, ha ben presente il problema
e infatti, oltre alle iniziative portate avanti in passato, si
sta attivando un tavolo provinciale per definire congiuntamente
- Provincia, Camera di Commercio, Associazioni imprenditoriali
e Sindacati dei lavoratori - un piano generale di intervento.
Ora si tratta di non fermarsi solo ai tavoli di lavoro ma di creare
interventi specifici e immediatamente operativi, altrimenti anche
le migliori iniziative potrebbero risultare inutili perché
tardive.
La Regione Lombardia ha cercato di intervenire con misure a sostegno,
anche se non sempre ha fatto centro. Di sicuro occorre dare atto
che l'Amministrazione regionale ha buone intenzioni ma, a mio
parere dovrebbe dare maggiore ascolto alle associazioni per centrare
gli obiettivi. In particolare vorrei far presente un accordo che
abbiamo appena siglato con il "Pirellone" per far parte,
come associazione, della neonata " Borsa Lavoro Lombardia"
che potrà aiutare meglio i nostri associati a trovare il
personale di cui necessitano e che spesso non trovano….
nonostante la crisi !
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