
di Antonio Isacco
Marzo 2005
LA MAESTRA CONFALONIERI
Si chiamava Maria, ma per tutti era la maestra:
la Signora "Lenìn". Non ho mai saputo perché
e per come di quel nomignolo, di quel soprannome tanto amabilmente
e famigliarmente usato da tutti per individuare la mia prima maestra,
cioè quella dell'asilo infantile come era uso definire
allora l'attuale scuola materna. Abitava a Casletto, in un appartamento
quasi pittoresco e pieno di oggetti, i più disparati, e
con degli ammennicoli di cui era molto fiera. Gli ultimi anni
della sua esistenza li trascorse riservata e schiva in compagnia,
non sempre ideale, con la sorella, anch'essa nubile, ex infermiera,
e più avvezza al chiacchiericcio di paese, e la cosa la
urtava un pochino.
Amava moltissimo i bambini e i suoi gatti. Non so se fossero più
i bambini o i gatti a frequentare la sua modesta, ma molto dignitosa
e, a suo modo, accogliente dimora Insegnava ai più piccoli
le prime erudizioni pre-scolastiche e, malgrado fosse di aspetto
piccolo ed esile, caratterialmente era forte, istintiva, generosa
nel prodigarsi nell'insegnamento, tanto che sapeva tener testa
anche a noi piccoli che, tanto per sfatare un luogo comune, eravamo
delle "pesti" anche allora; benché non avessimo
tutti gli stimoli di oggi, non mancavamo né in fantasia
né tantomeno in energia, … figurarsi se avessimo
avuto la nutella! La sua generosa disponibilità la portava,
nei ritagli di tempo ad accogliere amorevolmente anche gli alunni
e alunne delle scuole elementari che, chi per un verso chi per
un altro, necessitavano di un supplemento di spiegazioni tale
da renderli edotti in materie specifiche e saperli portare alla
pari con gli altri alunni, magari più "secchioni"
o più disciplinati ed attenti alle spiegazioni dei loro
rispettivi insegnanti.
Apro una breve parentesi: sono e resto del parere che, per quanto
concerne la scuola elementare, non siano tanto da criticare le
carenti capacità intellettive degli allievi nel non afferrare
le nozioni scolastiche ma, buona parte, sia colpa di metodi inappropriati
e di scarsa capacità di farsi capire degli insegnanti.
Lo so, non mi ingrazierò tutte le simpatie del corpo docente
ma almeno mi si riconosca la franchezza dell'affermazione.
Dicevo, la Signora Maria, "Lenìn" era una figura
esemplare, era stimata e riverita da tutti, e per tutti intendo
coloro che anagraficamente mi hanno preceduto e anche una buona
fetta di coloro che mi hanno seguito.
La sua vita terrena ebbe fine il 2 novembre 1959: le domeniche
al camposanto di Casletto, ove è sepolta, le dedico un
requiem. Di lei mi è rimasto un bel ricordo ma soprattutto
un alto esempio di sincera umanità, un esempio di una vita
spesa al servizio degli altri, dei bambini, dei ragazzi e ragazze,
un esempio cristiano che di questi tempi confusi e troppo velocemente
impulsivi, per nulla riflessivi, ci fa ancor più capire
che senza valori certi e rispettosi di tutte le nostre migliori
tradizioni, non andremo molto lontani, … anzi. Un grazie
alla mia prima e forse più importante maestra: alla Signora
Maria Confalonieri, per tutti la "Lenìn".
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