L’Opinione
di Umberto Veronesi
Marzo 2005
di An. Ri.
Umberto
Veronesi, uno dei pionieri della lotta contro i tumori in Italia
ha svolto la sua carriera scientifica entrando a far parte dell'Istituto
tumori subito dopo la laurea. È stato il primo italiano
presidente dell'Unione internazionale di oncologia ed ha fondato
la Scuola europea di oncologia (Eso). Veronesi è specializzato
nella cura dei tumori del seno e ideatore di una tecnica rivoluzionaria.
Nemico del fumo, è da sempre convinto che l'arma più
efficace contro i tumori maligni sia la prevenzione, basata su
uno stile di vita sano e un'alimentazione corretta.
Nella presentazione del libro ELETTROSMOG: un'emergenza creata
ad arte scritto da Franco Battaglia, dice queste cose:
È per me un piacere presentare questo libro di Franco Battaglia,
di cui ammiro lo sforzo col quale egli ha cercato di diffondere
la verità sulle posizioni della scienza in tema di effetti
sanitari dei campi elettromagnetici, in contrasto con una conoscenza
irrazionale, inventata e, forse, anche costruita. Reputo l'impegno
di Battaglia "umanitario". E non uso la parola a caso,
visto che qualcuno potrebbe contestargli proprio di non esserlo.
Come venne contestato a me.
Gli scienziati responsabili cercano un'etica matura, capace di
resistere alle emozioni d'attacco e di guardare alla dolorosa
malattia che si chiama tumore con gli strumenti della ragione,
della scienza e dell'intelligenza d'amore.
L'Agenzia Internazionale per le Ricerche del Cancro (IARC) ha
censito - dopo anni e anni di lavoro - 78 cause a effetto cancerogeno:
inclusi il fumo da tabacco, certa muffa dei vegetali (aflatossine),
l'amianto, il benzene, il radon, le radiazioni solari, gli estrogeni,
vari virus, le polveri di legno, il cloruro di vinile. Basta una
prova - anche minima - perché un agente sia definito cancerogeno
per gli esseri umani. La IARC cataloga anche 63 altri fattori
a probabile, ma non assodata, cancerogenicità. Fra di essi
non sono incluse le onde elettromagnetiche, come prova lo studio
fatto da Richard Doll per conto dell'Authority britannica sulla
protezione radiologica. Tutto qui.
Mi si addebitò di non essere "umanitario". Perché?
Perché non ritenevo morale investire decine di miliardi
di euro (tanti ne occorrerebbero) per prevenire un ipotetico caso
di leucemia, quando con la stessa cifra possiamo combattere i
danni causati - con assoluta certezza - dai fattori prima indicati,
salvando la vita a migliaia di bambini e adulti, che davvero contrarranno
tumori e leucemie? È "umanitarismo", o non piuttosto
paura irrazionale, quella che spingerebbe ad abbattere una selva
di tralicci innocui, mentre sui gradini di tante chiese io vedo
accovacciati i rappresentanti di quel mezzo milione di schizofrenici
che non abbiamo i soldi per curare? E le anoressie? Le malattie
mentali? Nel mio lavoro, aver testimoniato della sofferenza di
tanti non mi ha assuefatto. Semmai, mi ha reso più sensibile:
i miei malati mi hanno insegnato che la verità è
umanitaria.
An. Ri.
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