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RICCARDO SARFATTI A MOLTENO
Il candidato del Centrosinistra visita la nostra realtà

Marzo 2005
di L.P.

Riccardo Sarfatti, candidato dell'Unione di centro sinistra alla Presidenza della Regione Lombardia, giovedì 17 marzo ha incontrato nella sala civica di Molteno amministratori, sindacati e lavoratori che hanno posto alla sua attenzione il problema del tessile.
Il Candidato Presidente proveniva da un breve tour, organizzato dal Comitato Sarfatti di Lecco, nel quale ha potuto conoscere di persona i punti dolenti della nostra provincia: ha parlato con gli operai e la RSU della Moto Guzzi a Mandello, toccando con mano la situazione di stallo dell'azienda e del settore metalmeccanico in generale; ha preso il treno delle 13,57 da Lecco a Merate, traboccante di studenti pendolari; è andato a conoscere la situazione dell'ospedale di Merate, guidato dal Comitato locale che da anni lotta per mantenere i servizi ospedalieri sul posto, discutendone poi in Sala Civica con i cittadini, per concludere il suo percorso a Molteno che in questo momento rappresenta l'altro nodo dolente dell'economia lecchese.
Sicuramente niente è stato risparmiato a questo candidato, poco conosciuto, perché si tratta di un imprenditore di successo che, avendo ricevuto l'invito a candidarsi quale alternativa a Formigoni, ha deciso di mettere a disposizione della coalizione di centro sinistra le sue competenze; però chi lo ha sentito rispondere ai gravi problemi che gli sono stati sottoposti, si è reso conto di essere di fronte ad una persona perfettamente consapevole delle difficoltà in cui ci troviamo, ma che vede soluzioni realistiche, strutturali e non tipicamente elettorali: non ha promesso miracoli Riccardo Sarfatti, ma lungimiranza strategica e duro lavoro.
In particolare a Molteno ha avuto il coraggio di dire, in campagna elettorale, che questa crisi costerà inevitabilmente alla Lombardia dai 150 ai 200.000 posti di lavoro nell'industria; che non sarà più possibile una produzione manifatturiera basata sulla quantità, ma solo sulla qualità perché non c' è possibilità alcuna di competere con India e Cina a livello quantitativo, tanto meno con il protezionismo, mentre ci sono molte potenzialità di vendere alla ricca borghesia che si sta formando nei Paesi emergenti i nostri prodotti di lusso, come dimostra la situazione locale del tessile. I Sindacalisti infatti avevano prima rilevato che, a fronte di aziende tessili che chiudono, schiacciate dalla concorrenza sleale dell'est, i tessuti di lusso per l'arredamento hanno il problema opposto: cercano manodopera specializzata e non la trovano.

Sarfatti ha quindi esposto quello che farà nel merito, se diventerà Presidente della Lombardia: una seria politica industriale,che l'attuale maggioranza regionale non ha saputo impostare nei suoi 10 anni di governo, basata sui seguenti punti: 1) fondo di sostegno alle aziende che fanno innovazione di qualità e non a pioggia o agli amici, come a suo parere ha fatto e continua a fare l'attuale amministrazione; 2) ammortizzatori sociali come ci sono negli altri Paesi europei che consentano la transizione ad un nuovo sistema produttivo senza distruggere la dignità dei lavoratori; 3)corsi di riqualificazione funzionali ai bisogni di un nuovo sviluppo e non per creare base elettorale sperperando il pubblico danaro (negli ultimi due anni le scuole di formazione professionale regionale, fiore all'occhiello della Lombardia per la loro qualità, sono passate da qualche centinaio a d oltre 1500, senza alcun protocollo né controllo e spesso senza neppure una sede fissa!!); 4) forti investimenti nel sistema dei trasporti, in cui la Regione ha investito molto meno della media nazionale; 5) semplificazione del sistema burocratico dei permessi e delle certificazioni, perché questa situazione, insieme ad una viabilità al collasso, fa scappare in altri paesi europei meglio serviti molte aziende italiane sane e competitive, ma che non vogliono più pagare i costi dei nostri disservizi; 6) strutture di cooperazione per il marketing in Italia e all'estero a sostegno dei piccoli produttori; 7) un forte impegno per la modificazione delle strategie del nostro sistema finanziario che, sostenendo sempre le grandi aziende e quindi i così detti " sistemi forti", ha di fatto impedito lo sviluppo delle piccole imprese e la loro trasformazione in aziende che possano stare sull'attuale mercato; 8) basta con i viaggi in giro per il mondo con codazzo di industriali amici, cui l'attuale governatore ci ha abituato e che non hanno prodotto nulla di serio per il sistema Lombardia, ma forte interazione con l'Europa per farsi valere a livello internazionale; 9) investimento e sviluppo di settori trascurati da questa amministrazione, che sembra aver investito tutto (oltre il 70% del bilancio) in poli ospedalieri " di eccellenza, quali il turismo, l'agricoltura l'energia e l'eclogia
Ha anche affermato di essere ottimista rispetto al risultato elettorale, benché la campagna elettorale si presenti sicuramente impari per mezzi e finanziamenti, ma crede che la gente cominci ad averne abbastanza di chi si presenta come l'uomo della Provvidenza che risolve tutto lui; " Non credo all'uomo solo al comando -ha detto Sarfatti in più occasioni- ma alla squadra unita da un programma serio, basato su un'analisi della realtà e conseguenti azioni per modificarla in meglio, perché la Lombardia, con le straordinarie risorse umane, naturali e culturali di cui dispone, si merita molto di più di quello che l'attuale maggioranza è stata capace di fare sino ad ora: non più "Governatori " ma un buon presidente che rispetta le regole della partecipazione democratica, calpestata ed elusa con sistematicità per 10 anni da una gestione regionale che ha sostituito l'arroganza di Roma con quella del Pirellone: altro che federalismo!"
Sembra certamente un uomo onesto, sincero e appassionato del bene pubblico Riccardo Sarfatti: vedremo il 3 e 4 aprile se lo avranno pensato anche gli elettori della Lombardia.

 
 
 
       

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