Le
Ville patrizie nel
Parco della Valle del Lambro
Marzo 2005
Il
nostro Parco è ricco di ville patrizie; in genere si tratta
di fattorie, cascine, piccoli fortini e casini di caccia che,
adattati a partire dal Cinquecento, diventano le "ville della
delizia" dell'aristocrazia milanese, fino a tutto il Settecento,
quando anche gli "arricchiti" vengono elevati ai ranghi
della vecchia nobiltà. È questa nuova classe sociale
che, imitando i nobili, arricchisce di nuove e sfarzose ville
il territorio a ridosso del Lambro, e il giardino assume importanza,
passando dal "giardino all'italiana" al più scenografico
"giardino all'inglese", dove i viali che portano alla
"villa" sono lunghi anche chilometri, e gli spazi aperti
sono dei veri e propri "giochi prospettici".
I nuovi ricchi si contendono i poeti più famosi dell'epoca;
e la sera, dopo la cena, vengono allietati da musica, buone conversazioni
e addirittura, dove la villa ha un teatro, da rappresentazioni
teatrali.
Alla fine del Settecento viene costruita la Villa Reale di Monza
che, oltre a segnare da subito un nuovo modo di progettare la
villa patrizia, favorisce l'espandersi del gusto per la pittura,
gli stucchi, le decorazioni e le sculture.
Fior di pittori (l'Appiani), scultori (il Canova), architetti
(il Cagnola), lavorano per abbellire e progettare queste residenze
signorili.
Nell'Ottocento vengono costruite parecchie ville che si riducono
però di volume e monumentalità; con l'avvento della
ferrovia che porta verso nord, i borghesi si spostano più
facilmente e rapidamente, ed ecco che le ville patrizie cominciano
a sorgere oltre la Brianza: è per questo motivo che la
linea ferroviaria Monza-Molteno-Oggiono veniva chiamata "la
ferrovia dei ricchi".
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